Politica e Sanità
23 Ottobre 2012«È stato un passaggio fortemente voluto dall’assemblea e l’assemblea non dovrebbe avere ripensamenti» si dichiara fiducioso Alfonso Misasi (foto), segretario nazionale di Federfarma, rispetto all’assemblea dell’associazione prevista per oggi, per discutere dell’accordo ratificato dall’Aifa e dalle associazioni di categoria sulla nuova remunerazione. E anche le molte perplessità circolate nella categoria sui termini dell’accordo non sembrano scalfire la fiducia di Misasi «se ci dovessero essere ripensamenti» dice «ci sarebbe una pesante autocritica da fare perché il percorso è stato condiviso. E ha il grande pregio di aver portato a fermare l’erosione dei margini Ssn». Non è vero quindi, come conclude lo studio pubblicato da Nicola Guerriero dell’Università Federico II di Napoli, che “la nuova remunerazione rappresenterà per le farmacie, una decurtazione pari all’8-10% dell’utile complessivo annuale”? Il problema, sottolinea il segretario di Federfarma «non sono i numeri dello studio, che sono corretti, ma i termini di riferimento che non lo sono affatto. Se come metro di misurazione ho gli utili del 2011» continua Misasi «il risultato è negativo e lo sarebbe ancora di più se si prendessero gli anni precedenti. Ma se si prende come riferimento giugno 2012 o i mesi successivi il dato che emerge è quello di un’erosione che si ferma, grazie all’invarianza dei costi sostenuti dal Ssn che renderà più conveniente per la parte pubblica distribuire in farmacia anche i medicinali che oggi sono distribuiti da ospedali e Asl». E il principio dell’invarianza è un caposaldo della riforma che «l’assemblea ha condiviso e auspicato». Infine il capitolo prezzi. Uno dei “vanti” di Federfarma e quello di aver sganciato i futuri ricavi delle farmacie dalla caduta inarrestabile dei prezzi. Un articolo uscito sul Sole24 Ore di sabato mette in evidenza come i prezzi inferiori a 8,32 euro siano destinati a salire quelli superiori a scendere. Un’analisi condivisa da Misasi che non ci vede aspetti problematici «le cose non dovrebbero cambiare granché perché il tutto si dovrebbe compensare» ne sembra credibile al segretario di Federfarma il rischio di una maggiore spesa Ssn per un maggiore ricorso alla prescrizione del medico di famiglia. «Non credo che per 1-2 euro in più si vada dal medico per la prescrizione, soprattutto se l’acquisto è una tantum. Mentre evidenti sono i vantaggi per i pazienti cronici». Oggi, intanto arriveranno i primi responsi dei titolari.
Marco Malagutti
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