Politica e Sanità

21 Novembre 2012

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La riforma di regolamento dell’Enpaf che eleva l’età pensionabile a 68 anni a decorrere dal 1 gennaio 2013 «acuisce ulteriormente la già difficile situazione dei farmacisti collaboratori dipendenti». Lo sottolinea Heriberto Arrigoni, presidente del Conasfa, la Federazione delle associazioni dei farmacisti non titolari, per il quale la norma contrasta con l’obbligo per i titolari di farmacia, di nominare un direttore al raggiungimento dell’età pensionabile e finisce «per danneggiare la possibilità di crescita professionale dei collaboratori». Non solo, secondo il presidente Conasfa un altro aspetto ancora indefinito e preoccupante è quello della doppia pensione dei farmacisti collaboratori «che cosa succederà a chi va in pensione con l’Inps se la pensione Enpaf arriva successivamente?». Arrigoni si sofferma anche sulla questione contratto e sulla necessità sollevata da altre associazioni, come Mnlf, di farlo passare dal commercio alla sanità. «Da tempo» dice il presidente Conasfa «abbiamo chiesto di approfondire la cosa. Per principio siamo assolutamente d’accordo, ma il cambio di contratto non basta se non si tiene conto dell’acquisizione di nuove competenze, per effetto della farmacia dei servizi, e della relativa crescita professionale che va riconosciuta contrattualmente». Per Conasfa è necessario aggiungere livelli agli attuali due perché «mancano livelli intermedi». E visto che si parla tanto di nuova remunerazione legata all’atto professionale per i non titolari «non bisogna dimenticare che è il farmacista che fornisce l’atto remunerato. E come tale va valutato professionalmente». L’occasione per parlare di questi temi sarà offerta ai farmacisti il 24 e 25 novembre prossimi quando si ritroveranno a Torino le Associazioni territoriali dei farmacisti non titolari per discutere e confrontarsi sulle problematiche e sul futuro della professione.

Marco Malagutti