Politica e Sanità

13 Dicembre 2012

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Questo concorso ha dei buchi neri» ricorre a questa immagine Franco Falorni, commercialista e docente di economia d’impresa alla facoltà di Farmacia di Pisa, per spiegare come siano ancora molti i punti oscuri legati alle procedure concorsuali. L’occasione è offerta da un incontro svoltosi ieri a Pisa e organizzato dal Laboratorio farmacia diretto dallo stesso Falorni. Molti i punti critici nella visione del commercialista toscano, per cominciare all’inizio anche «in modo un po’ demagogico, si era parlato dell’apertura di 4000, 5000 sedi, ora sono poco più di 2000, di cui quelle appetibili forse un migliaio. Un motivo in più per chi partecipa, soprattutto se è in società» continua «per cercare di avere ben chiaro quali sono i diritti e i doveri dei soci, visto anche l’importanza della posta in palio». Poi Falorni prende di mira i “concorsifici”, ossia tutte le iniziative, anche tra i suoi colleghi, per vendere pacchetti preconfezionati agli aspiranti titolari «una cosa indecente dal punto di vista etico», così come l’esperto stigmatizza «le agenzie matrimoniali tra farmacisti. Bisogna conoscersi per evitare di ritrovarsi con obiettivi completamente diversi (uno vuole la farmacia commerciale, l’altro la vuole più professionale). Un rischio troppo alto da correre». E poi, si domanda in conclusione «chi è il vero titolare? La società o esiste cotitolarità? Secondo l’ultima versione ministeriale sembrerebbe essere la cotitolarità la risposta esatta». Ma non ci sono risposte univoche e non è l’unico argomento su cui anche gli esperti convenuti a Pisa hanno espresso interpretazioni diverse, perché, come sintetizza Falorni «il concorso ha troppi buchi neri».

Marco Malagutti