Politica e Sanità

07 Gennaio 2013

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Dentro il Pdl c''è molta vicinanza agli ordini professionali, come le farmacie, e questo ha impedito di andare avanti con le liberalizzazioni». Ci sono anche i farmacisti tra i bersagli delle dichiarazioni del premier Mario Monti (foto) nei giorni scorsi. Una categoria accusata di lobbismo e di aver rappresentato un freno all’aumento della concorrenza. Accusa che Annarosa Racca, presidente di Federfarma rispedisce al mittente dichiarandosi «molto dispiaciuta per le parole del senatore Monti». «I farmacisti» spiega Racca «non sono contro la libera concorrenza, bensì contro l’idea che la salute venga consegnata nelle mani degli speculatori. Le farmacie, come servizio pubblico orientato alla tutela della salute, non possono incentivare il consumo di farmaci. In più» rincara la dose il presidente di Federfarma «quest’anno la farmacia è stata soggetta a norme cambiate almeno 12 volte, forse era meglio pensare a un progetto di riordino organico della nostra realtà». Racca prende le distanze anche dall’accusa di contiguità con il Pdl formulata da Monti «indipendentemente da destra e sinistra noi vogliamo il bene di una grande realtà come la farmacia. Ma forse l’interesse del premier» conclude «è quello di sottolineare l’utilità delle liberalizzazioni». «La differenza tra una lobby e chi difende una categoria» puntualizza il presidente della Fofi Andrea Mandelli «è che la lobby agisce di nascosto, noi invece ci muoviamo in modo trasparente e riferirsi alla nostra categoria come a un freno per le riforme è fuori luogo, visto quanto ci adoperiamo per riforme come la Farmacia dei servizi e la nuova remunerazione almeno dal 2006. Il problema» conclude Mandelli «è che, purtroppo, la farmacia è diventato un terreno di scontro ideologico».

Marco Malagutti