Politica e Sanità
24 Gennaio 2013Alla fine sono undici le candidature di farmacisti per le prossime elezioni politiche. Ai nomi già anticipati da Farmacista33 nei giorni scorsi, tra i quali spiccano presidente e vicepresidente della Fofi Andrea Mandelli e Luigi D’Ambrosio Lettieri, entrambi per il Pdl, si sono aggiunti anche Chiara Moroni, candidata nella lista Fli Lombardia1 per la Camera, Carlo Maccari, candidato nella lista Fratelli d’Italia, Lombardia 3 per la camera dei deputati, Attilio Marcantonio, presidente di Federfarma Como, anche lui nella lista Fratelli d’Italia, Lombardia 2 per la Camera dei deputati e Lorenzo Vitali, componente del Collegio dei probiviri di Federfarma Milano, candidato nella lista Pdl della Lombardia per il Senato. Candidature eccellenti per la categoria con un comune denominatore abbastanza scontato nessun candidato del Partito democratico. Ma che cosa si aspettano le associazioni di categoria da una futura rappresentanza parlamentare? «La categoria ha bisogno di essere rappresentata» risponde Annarosa Racca, presidente di Federfarma, per la quale 11 candidati sono pochi. «Mi piacerebbe fossero di più come succede per molte altre professioni. A tutti, comunque, di qualsiasi appartenenza politica, destra, sinistra o centro, va il mio augurio di un grande successo elettorale». E sulla questione politica Federfarma ha organizzato un incontro il prossimo 6 febbraio in cui confrontarsi con tutte le forze politiche per capire quale farmacia hanno in mente, spiega Racca. Dal canto suo Venanzio Gizzi di Assofarm auspica che «i farmacisti siano portatori di novità e sviluppo per il settore. Quello che conta» sottolinea «è che non svolgano un’attività meramente lobbistica, ma che si occupino degli interessi dei cittadini e quindi anche dei farmacisti». Decisamente scettico Vincenzo Devito, presidente del Movimento nazionale liberi farmacisti (Mnlf) secondo il quale per prima cosa «il presidente Andrea Mandelli si dovrebbe dimettere dalla carica di presidente dell’ordine. Al di là delle convinzioni politiche» dice Devito «si crea un problema grosso quando il rappresentante di un Ordine e quindi di una categoria nel suo complesso si pone in rappresentanza di una sola parte. E gli altri?» Il rischio secondo il presidente Mnlf è che si voglia «difendere il sistema attuale, molto gradito ai titolari a scapito di chi titolare non è. E invece» conclude «il presidente Mandelli dovrebbe difendere tutta la categoria».
Marco Malagutti
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