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Politica e Sanità

08 Febbraio 2013

Commissione Ssn, cure disomogenee, ospedali vecchi e a rischio sisma


È un quadro a tinte fosche, quello tracciato dalla relazione della Commissione d''inchiesta sul Servizio sanitario nazionale presentata ieri in Senato. La commissione era stata istituita nel 2008, dopo il terremoto dell’Aquila e, sotto la presidenza del senatore del Partito Democratico, Ignazio Marino, ha effettuato 57 sopralluoghi sul territorio nazionale. Il lavoro della commissione ha toccato molti aspetti che caratterizzano i servizi sanitari nel nostro Paese: ha controllato efficienza, qualità e appropriatezza delle aziende sanitarie italiane; il funzionamento dei servizi pubblici per le tossicodipendenze e dei Dipartimenti di salute mentale; il ricorso a consulenze esterne nel settore sanitario; fenomeni di corruzione nell''ambito del Ssn; l''organizzazione dei prelievi e dei trapianti di organi; l''assistenza sanitaria alle persone affette da gravi forme di disabilità; l''attuazione della normativa in materia di terapia del dolore; le strutture socio-sanitarie per il ricovero; l''assistenza degli anziani e le condizioni strutturali degli ospedali collocati in zone a rischio sismico. Oltre alla mancanza di omogeneità nei livelli di assistenza e alla incompleta applicazione delle norme che tutelano la salute mentale, è la cattiva condizione delle strutture ospedaliere a emergere nel modo più negativo, soprattutto in riferimento al rischio sismico che nel nostro Paese è molto elevato. Delle 200 strutture controllate, tre su quattro presentano gravi carenze: «se si verificasse un terremoto particolarmente violento - si legge nel documento - con magnitudo superiore a 6,2-6,3, il 75 per cento degli edifici che sono stati verificati crollerebbe». La relazione riporta una stima degli edifici ospedalieri che richiedono interventi e che, data la loro collocazione in zone ad alto rischio sismico, dovrebbero essere dei punti di riferimento per eventuali emergenze: sarebbero almeno 500. Si tratta di «strutture distribuite soprattutto lungo l''arco appenninico, nella zona dell''Italia centrale ma soprattutto meridionale, in particolare in Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia».

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