Politica e Sanità
25 Febbraio 2013«La crisi economica sta contribuendo ad acuire un trend negativo che caratterizza ormai da anni l’andamento del comparto dei farmaci di automedicazione e che da tempo auspichiamo possa essere invertito» lo ha detto Stefano Brovelli, presidente Anifa, commentando i dati di vendita del 2012 che indicano un calo dei consumi del 5.4% e una contrazione della spesa del 3.7%. «I provvedimenti di delisting hanno generato un ampliamento dell’offerta dei farmaci senza obbligo di ricetta, ma su prodotti sui quali i cittadini non hanno strumenti di informazione sufficienti e adeguati» ha spiegato Brovelli «poiché appartenenti alla categoria di quei farmaci a cui non è consentita l’informazione diretta al pubblico». Infatti, si osserva una contrazione delle vendite del 5,1% del numero di confezioni di farmaci Otc (per i quali è consentita la comunicazione al grande pubblico), mentre si registra per i Sop una contrazione del 6,2% delle confezioni vendute e del 5,6% della spesa. Nel complesso il mercato dell’automedicazione ha tenuto, rispetto al 2011, con una diminuzione più contenuta dei consumi (-1,6%) e una crescita dei fatturati (+2,5%); inoltre la farmacia si conferma canale privilegiato per l’acquisto, con una quota di mercato pari al 93% del giro di affari complessivo . «A nostro avviso» ha aggiunto Brovelli «è necessario allargare invece l’offerta dei farmaci senza obbligo di ricetta, favorendo nuovi switch di molecole da prescrizione a Otc e semplificandone l’iter burocratico. Una strategia di sviluppo dell’automedicazione, infatti, può giocare un ruolo cruciale nel favorire la sostenibilità del Sistema sanitario in un momento di pressione sui conti pubblici, assicurando il benessere e la salute dei cittadini con prodotti sicuri ed efficaci per trattare lievi disturbi di salute». Conferma l’annata difficile per Otc e Sop Roberto Grubissa, segretario nazionale di Sunifar, che offre la sua chiave di lettura ai dati forniti da Anifa. «Esiste il problema del doppio canale in farmacia per alcune molecole importanti, ad esempio antinfiammatori come diclofenac e ketoprofene. Un’ambiguità» spiega Grubissa «che fa sì che lo stesso farmaco possa essere prescritto dal medico su ricetta bianca ed esista anche come farmaco da banco, con un dosaggio inferiore e un costo tre volte superiore per il farmacista. Eliminando il canale Ssn» continua il rappresentante delle farmacie rurali «e facendo lo switch a senza obbligo di ricetta per queste molecole, oltre a eliminare un’incongruenza, potremmo disporre anche di più unità della molecola da banco. Un risultato che» conclude «avrebbe effetti positivi sia per i pazienti sia per i produttori di farmaci da automedicazione». (E.L. e M.M.)
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