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Politica e Sanità

02 Aprile 2013

Enpaf, domani il tavolo. Tutti d’accordo: riorganizzare sistema contributivo


Si apre domani a Roma il tavolo che vedrà riunite tutte le organizzazioni di Categoria per discutere di previdenza, assistenza, occupazione e crisi economica del settore. Un tavolo a lungo auspicato da tutti gli attori della filiera alla luce delle crescenti difficoltà contingenti.  Tra questi anche i titolari di farmacia che come spiegato da Filodiretto, quotidiano di informazione di Federfarma, trovano i tempi maturi per una riflessione a tutto campo sull’attuale assetto previdenziale della categoria. «La crisi è certamente durissima per i laureati che hanno fatto da poco il loro ingresso nella professione e trovano pesante il fardello della contribuzione previdenziale» osserva il presidente del sindacato, Annarosa Racca «ma lo è anche per le farmacie. Giusto quindi aprire un ragionamento corale sul nostro sistema contributivo e previdenziale, considerando il problema dei giovani ma senza ignorare una questione irrisolta da lungo tempo come quella dello 0,90% a carico dei titolari. D’altronde già nell’estate scorsa, con le trattative sulla riforma della remunerazione al via, avevamo avviato con l’Enpaf un confronto su un’eventuale riorganizzazione del sistema contributivo». Anche i non titolari di Conasfa si avvicinano alla scadenza con ottimismo. «La posizione espressa dal dottor Pace per conto di Fofi ci fa ben sperare» sottolinea la vicepresidente dell’Associazione Angela Noferi «noi ci presenteremo all’incontro disponibili a dare il nostro contributo ribadendo quella che è la nostra posizione da anni: la quota Enpaf obbligatoria è ingiusta per i dipendenti che già pagano l’Inps. Lo è ancora di più alla luce dell’attuale situazione che vede in crescita i disoccupati. L’ente previdenziale deve tenere conto della situazione  gravosa» continua la rappresentante dei non titolari. «Domani a Roma ribadiremo questo pensiero nel rispetto della funzione dell’ente previdenziale che potrebbe continuare a esercitare un ruolo importante ma con un contributo volontario. La cosa certa» continua «è che così non si può andare avanti. Un ultimo auspicio» conclude Noferi «è che si possa essere una rappresentanza dei dipendenti a livello di consiglio direttivo Enpaf. Un modo per poter aver un peso nelle decisioni che, è noto, vengono prese a maggioranza all’interno dell’Ente».

Marco Malagutti

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