Politica e Sanità
08 Aprile 2013Un quadro di criticità complesso e di difficile soluzione». Così si presenta, nell’opinione condivisa delle associazioni coinvolte nell’incontro promosso dall’Enpaf la scorsa settimana, la situazione previdenziale per i farmacisti, per i quali è sempre più difficile onorare gli impegni contributivi. Nodo centrale, come sottolineano sia il Movimento nazionale liberi farmacisti (Mnlf) sia l’Associazione nazionale parafarmacie (Anpi) è «l’automatismo che lega l’iscrizione all’Ordine con la contribuzione Enpaf, malgrado la contribuzione Inps». Ecco perché, secondo i rappresentanti delle parafarmacie «deve essere consentito a chi lo desidera di optare per il mantenimento delle quote sino ad ora versate all’Enpaf o, al contrario, di far confluire queste quote nell’Inps per andare ad arricchire la propria rendita pensionistica». E uno dei quattro punti stilati da Mnlf per la riforma del comparto della farmacia prevede la «rimodulazione della contribuzione Enpaf con previsione di quote fisse, dipendenti dalla tipologia di espressione della professione, e quote variabili, per i farmacisti titolari, dipendenti dai redditi percepiti». Rivendicaizoni simili arrivano anche dai farmacisti ospedalieri rappresentati al tavolo Enpaf da Sifo e Sinafo. Se per l’area giovani di Sifo è necessario «rivedere il sistema contributivo per i giovani farmacisti ospedalieri specializzandi e specializzati, che usufruiscono di borse di studio o contratti cosiddetti “atipici”» perché «le attuali regole previdenziali Enpaf risultano onerose e insostenibili per molti giovani colleghi», per Sinafo (Sindacato nazionale farmacisti dirigenti del Ssn) è «sempre più difficile accettare che i contributi debbano colpire indistintamente tutti, indipendentemente dalla situazione lavorativa e reddituale». Sinafo, inoltre, «invita a valutare l’ipotesi di una formula facoltativa per i soggetti che abbiano già una forma di previdenza» e, d’accordo con altre sigle presenti, chiede «di identificare soluzioni che consentano di allungare il periodo massimo di disoccupazione (oggi pari a cinque anni) nel quale all’iscritto sia consentito di versare soltanto il contributo di solidarietà». Comune è anche il plauso all’iniziativa del tavolo sia da parte dei rappresentanti delle parafarmacie sia da parte dei farmacisti ospedalieri, i primi chiedono, però, che il confronto non abbracci «solo tematiche strettamente connesse con le riforme contributive ma anche su quelle riforme di sistema che direttamente influenzano le capacità contributive dei singoli farmacisti», con esplicito riferimento alla liberalizzazione dei farmaci di fascia C da tempo richiesta (M.M.)
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