Politica e Sanità
10 Aprile 2013Smantellare la distribuzione diretta come vorrebbero le provincie “dissidenti”, Belluno e Padova, non è possibile ma con l’accordo ratificato con la Regione abbiamo raggiunto un ottimo risultato. È questo il senso della risposta di Marco Bacchini, presidente di Federfarma Verona e membro del consiglio direttivo di Federfarma Veneto, a Roberto Grubissa, presidente di Federfarma Belluno che ieri dalle paginee di Farmacista33 aveva pesantemente criticato l’accrodo sulla dpc raggiunto in Veneto (non in Friuli Venezia Giulia come erroneamente riportato n.d.r). «Ho seguito tutto l’iter dell’accordo, partecipando a 109 incontri e posso dire che nelle parole di Grubissa ho ravvisato molte imprecisioni» attacca Bacchini. «per cominciare il presidente di Federfarma Belluno parla di un tempo di 60 giorni per la ratifica ma non è così. Sessanta giorni sono il tempo tecnico previsto perché le Asl si organizzino ma l’accordo è in vigore e non è modificabile e non si può parlare di rinvio dell’accordo. Poi» continua «c’è il discorso dell’affiancamento della dpc alla diretta ma si tratta di un criterio previsto dalla legge 405 con obiettivi ben precisi, al quale peraltro, abbiamo messo paletti ben precisi. Innanzitutto il medico di medicina generale può utilizzare solo la ricetta rossa che deve essere utilizzata in prevalenza anche dagli specialisti. In più» prosegue Bacchini «è riconosciuta una quota alle farmacie qualora si resti sotto il milione di pezzi in Dpc. Complessivamente sono 1.800.000 i pezzi in Dpc e il nostro obiettivo è di arrivare al 70%». Ma ci sono anche altri aspetti dell’accordo che il presidente di Federfarma Verona ci tiene a ricordare. «il nostro è il primo accordo regionale in cui viene riconosciuto un quid economico per i circa 300.00 farmaci ex-osp2. Quanto alle presunte difficoltà per i cittadini in una realtà come Belluno è meglio per i pazienti dover tornare due volte nella farmacia sotto casa o andare in ospedale? Al 100% di dpc non si arriva» conclude «ma in alcune realtà ci si avvicina molto e non mi sembra un risultato da poco».
Marco Malagutti
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