Politica e Sanità
18 Aprile 2013«Dobbiamo assicurare che le misure di contenimento dei costi nel settore sanitario non aumentino le disuguaglianze sociali nel diritto alla salute». È quanto affermano gli esperti dell’Organizzazione mondiale della sanità riuniti il 17 e 18 aprile a Oslo. L’incontro, indetto dall’Oms Europa, fa seguito a un analogo meeting che si era tenuto quattro anni fa e ha riunito esperti, rappresentanti di organizzazioni multilaterali e ministri della Salute dei 53 Paesi membri. Le ultime evidenze sul tema sono presentate in uno studio dal titolo: "Salute, sistemi sanitari e crisi economica in Europa: impatto e implicazioni politiche". I risultati indicano che, dal 2008 a oggi, la spesa per la sanità pubblica è diminuita in molte nazioni. «In tempi di crisi – ha affermato la direttrice dell''Oms Europa Zsusanna Jakab – è ancora più importante che il finanziamento dei sistemi sanitari venga protetto, dato che i bisogni in termini di salute possono rapidamente crescere; garantire l’accesso ai servizi sanitari è uno dei compiti essenziali di una rete più ampia per la sicurezza sociale». Le evidenze mostrano che la salute mentale risente con particolare gravità delle difficoltà economiche. Aumenta la probabilità di malattia e rallenta la guarigione. Nell’Unione europea, il numero di suicidi tra le persone con meno di 65 anni è aumentato dal 2007, invertendo la precedente tendenza alla diminuzione. Sia la disoccupazione che la paura di perdere il lavoro sono i fattori che contribuiscono maggiormente a questo fenomeno. Inoltre si segnala un aumento delle malattie infettive, tra cui l’infezione da Hiv, in conseguenza ai ridotti finanziamenti alle attività di prevenzione e di trattamento precoce. È per questa ragione che l’Organizzazione mondiale della sanità rivolge un appello a tutti i governi europei: «se è necessario operare dei ridimensionamenti della spesa, - esorta Jakab - fatelo in modo saggio e non attraverso tagli lineari e abbiate cura di proteggere le fasce più vulnerabili della popolazione così da assicurare il diritto universale alla salute».
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