Politica e Sanità

20 Maggio 2013

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Federfarma Marche ha sottoscritto la delibera regionale sulla distribuzione per conto, anche se «l’accordo non è assolutamente in linea» dice Pasquale D’Avella, presidente di Federfarma Marche «con il rapporto che si era instaurato con la Regione. Siamo riusciti ad ammorbidire i toni della questione e mantenere la dpc in farmacia, ma di fatto ci è stato chiesto un ulteriore sacrificio economico, giustificato dalle esigenze di spending review, dimenticando che le Marche sono regione di riferimento perché la spesa farmaceutica è sotto controllo». La delibera sancisce che l’assistenza farmaceutica deve essere sempre assicurata scegliendo la migliore opzione praticabile tra dpc, distribuzione diretta e convenzionata e il farmacista si impegna a imputare al servizio sanitario regionale la minore spesa possibile, ossia ricorrere alla distribuzione convenzionata soltanto se il distributore è sprovvisto del farmaco sottoposto ad acquisto diretto, se non è stata ancora completata la procedura centralizzata da parte dell’Asur (l’Asl unica regionale) o se il medico ne esclude la sostituibilità. «Avendo già perso gli Osp2 e i farmaci nuovi» continua D’Avella «Federfarma non avrebbe potuto accettare un ulteriore depauperamento a carico della farmacia. Abbiamo accettato il compromesso e siamo soddisfatti di aver riaperto il confronto con la Regione, che ha espresso la sua disponibilità a valutare le esigenze dei farmacisti». Nel conteggio dei fatturati delle farmacie per l’indennità di residenza, intanto si conferma che nel totale va calcolato soltanto il corrispettivo per il servizio di dpc (3,50 euro a pezzo iva esclusa, 4 per le rurali) e non il prezzo del medicinale.