Politica e Sanità

20 Giugno 2013

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La carenza dei farmaci è un fenomeno mondiale che non dipende solo dai prezzi, che non avrà facile soluzione e per il quale la priorità va data al miglioramento dell’informazione alla filiera. A dirlo è Maximin Liebl (foto) presidente del Pgeu (Pharmaceutical Group of the European Union) all’indomani della Conferenza annuale e dell’Assemblea generale del gruppo, dove in entrambe le occasioni il tema è stato all’ordine del giorno. «Il problema della carenza di farmaci» aggiunge Liebl «tocca anche paesi, come l’Inghilterra, dove i prezzi non sono così bassi. Dunque non si può pensare che l’unica causa sia l’esportazione». Secondo Liebl, infatti, vanno valutate anche le conseguenze della globalizzazione: «Se nell’unico centro produttivo di un farmaco si crea un problema che ferma o riduce la produzione, è evidente che tutto il sistema di fornitura si blocca o comunque ne risente». La soluzione, peraltro, commenta «non sono norme nazionali che pongono limiti al libero mercato che consente la vendita e la circolazione di farmaci tra i paesi membri, poiché si rischia l’intervento della Corte di giustizia europea». Dell’argomento se ne sta occupando l’Ema, presente alla  Conferenza ma anche la Federazione europea dell’industrie farmaceutiche (Efpia). «Il direttore generale dell’Efpia, Richard Bergström ha detto chiaramente che non si può intervenire abbassando il prezzo dei farmaci poiché in ogni paese il farmaco deve avere il suo prezzo. Dunque, nessuna disponibilità ad adottare il prezzo unico. Ma è stato espresso l’impegno» conclude Liebl «a migliorare l’informazione e facilitare la comunicazione a tutta la filiera sulle cause della carenza. Una priorità, questa, a cui l’Ema sta già lavorando».

Simona Zazzetta