Politica e Sanità
01 Agosto 2013Un anziano su due dopo i 65 anni assume dai 5 ai 9 farmaci al giorno, quasi il 60% manifesta scarsa aderenza alle terapie e numerosi pazienti sono a rischio di eventi avversi da interazione tra farmaci. È quanto emerso da un’indagine sull’appropriatezza prescrittiva nel paziente anziano voluta dal presidente dell’Aifa, Sergio Pecorelli, condotta dai componenti dal Geriatrics working group (Gwg) dell’Agenzia. I ricercatori hanno analizzato i dati dell’Osservatorio nazionale sull''impiego dei medicinali, che raccoglie i dati di tutti i farmaci rimborsati dal Ssn, relativi all’intera popolazione italiana di 65 anni e oltre, fascia in cui si concentra il 60% delle prescrizioni. Nello studio sono stati considerati 13 indicatori di inappropriatezza prescrittiva e, spiega Massimo Fini, dell’Irccs San Raffaele Pisana di Roma e membro del Gwg, «i risultati hanno dimostrato che comportamenti inappropriati sono molto frequenti, particolarmente per la sottoprescrizione di farmaci per terapie di lunga durata, ma anche per il rischio causato da combinazioni inadeguate di molecole». L’indagine segnala che l’uso concomitante di farmaci a rischio di interazioni pericolose, per quanto percentualmente basso, meno dell’1%, coinvolge un numero non irrilevante di pazienti: circa 100.000 pazienti anziani hanno ricevuto associazioni di molecole che possono aumentare il rischio di sanguinamento e altri 36.000 hanno assunto contemporaneamente due o più farmaci aritmogenici che possono favorire l’insorgere di aritmie cardiache. A questi si aggiungono anche quelli che hanno assunto farmaci che non dovrebbero essere prescritti agli anziani: percentuali basse, 0,4-0,7%, ma numeri importanti, 47.000-87.000 pazienti. Critico anche il livello di aderenza: circa il 50% dei pazienti ipertesi o con osteoporosi ha un’aderenza bassa e le percentuali sono ancora più elevate per i farmaci antidiabetici e per i farmaci antidepressivi. «Nella situazione attuale» commenta Fini in una nota Aifa «sempre più caratterizzata da quadri di complessità clinica in cui i pazienti sono contemporaneamente affetti da più malattie croniche, una prescrizione indiscriminata non è la soluzione e diventa quindi prioritario fornire il medico di strumenti che lo aiutino ad utilizzare i farmaci nel modo più adeguato». La nota conclude con un invito ad avviare una riflessione tra Istituzioni nazionali e regionali, professionisti della salute e associazioni dei pazienti, per migliorare la qualità della prescrizione e dell’uso dei farmaci nelle persone anziane.
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