Politica e Sanità
16 Settembre 2013L''Italia è considerato il paese in Europa con un consumo di antibiotici eccessivo in età pediatrica e coni livelli più elevati di antibiotico-resistenza. Lo ha spiegato a Bari Giuseppe Di Mauro, presidente della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (Sipps), in occasione della 25esima edizione del Congresso Nazionale della Sipps. Secondo Di Mauro sono diversi i fattori alla base dell''eccessivo utilizzo di antibiotici in pediatria. Tra questi la difficoltà, in molti casi, nel raggiungere una diagnosi microbiologica dell''infezione e le pressioni da parte dei genitori sul proprio medico. «Quando si utilizza una terapia antibiotica, non bisogna poi sottovalutare le eventuali reazioni avverse: mi riferisco ad un netto aumento del fenomeno delle resistenze batteriche, associate proprio ad una eccessiva prescrizione di antibiotici, con un impatto rilevante sulla sanità pubblica». Secondo i dati (della Consensus conference) l''Italia risulta infatti tra i Paesi europei con i livelli più elevati di antibiotico-resistenza, soprattutto verso lo Streptococco, lo Stafilococco, l''Enterococco, l''Escherichia, la Klebsiella o la Pseudomonas. Tale fenomeno si manifesta con maggiore frequenza nelle regioni del Centro e del Sud rispetto a quelle del Nord. Dai dati presentati a Bari emerge inoltre che gli antibiotici sono i farmaci più utilizzati in età pediatrica soprattutto a livello ambulatoriale: l''88,7% delle prescrizioni antibiotiche in età pediatrica viene realizzato dal pediatra (61,2%) o dal medico di famiglia (27,5%) e, di queste, oltre il 33% interessano bambini in età pre-scolare. Il maggior numero di prescrizioni di antibiotici viene eseguito per il trattamento delle infezioni respiratorie. Il rapporto dell''Osservatorio Arno pubblicato nel 2011, che ha preso in esame una rete di 31 Asl sul territorio nazionale, ha messo in luce come la classe degli antibiotici sia così ripartita tra le seguenti fasce d''ètà: 42% nei bambini di età inferiore ad 1 anno, 66% in quelli di 1 anno, 65% dai 2 ai 5 anni, 41% dai 6 agli 11 anni e 33% negli adolescenti dai 12 ai 13 anni.
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