Politica e Sanità
23 Settembre 2013Pordenone accelera sulla farmacia dei servizi, con due progetti pilota in partenza a ottobre. Dal primo del mese, si darà il via alla dispensazione in regime Ssn del suboxone - farmaco compreso nella lista dei medicinali declassati dall’Aifa nel 2010 (ex Osp 2), utilizzato per il trattamento a lungo termine delle dipendenze in pazienti stabilizzati – seguita dalla sperimentazione del test di autoanalisi Inr, per la determinazione del tempo di coagulazione in pazienti in terapia anticoagulante, in collegamento con il centro Tao. «Si tratta di due progetti importanti» spiega Francesco Innocente, presidente di Federfarma provinciale «che vanno nella direzione della farmacia dei servizi. Il primo parte da una collaborazione con il Sert, i Servizi per le tossicodipendenze, e vede il coinvolgimento di 5 farmacie, una per distretto. L’obiettivo è di assicurare l’aderenza alle terapie da parte dei pazienti stabilizzati e reintegrati, che hanno difficoltà, per esigenze di lavoro o famigliari, a recarsi nei Sert. Il progetto è stato preparato a lungo perché ha richiesto una formazione specifica per i farmacisti, sia sulla molecola sia sulle dipendenze, con incontri e visite al Sert per conoscere di più queste problematiche che stanno prendendo sempre piede nella nostra società a tutti i livelli. Per altro una novità è che siamo tra i primi ad avere previsto la dispensazione in Ssn di uno dei farmaci declassati dall’Aifa». L’idea è di estendere, dopo qualche mese, la sperimentazione a tutta la provincia. La seconda iniziativa durerà invece sei mesi: «Anche in questo caso lo sforzo per le farmacie che hanno aderito è stato notevole perché ha comportato l’acquisto della strumentazione che permette l’analisi del campione e il collegamento diretto via telematica con il centro trasfusionale, che esamina il risultato e invia alla farmacia il referto. È previsto anche il monitoraggio degli esami effettuati e una remunerazione, che abbiamo valutato in circa 7 euro a esame. Tutto considerato non è un business per la farmacia, visto anche il costo per la strumentazione e la formazione tecnica, ma è questo il senso dei servizi: fare qualcosa di utile per la comunità e non che faccia comodo e soprattutto integrare la rete dei presidi nel servizio sanitario».
Francesca Giani
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