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Politica e Sanità

04 Ottobre 2013

Commissione Ue, superare le barriere all’accesso alle professioni


Fare chiarezza sull’accesso alle professioni, con l’obiettivo dichiarato di facilitare l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro e la libertà di movimento dei professionisti. È con questo proposito che la Commissione europea ha dato il via nei giorni scorsi a un progetto per valutare le normative che disciplinano l’accesso alle professioni regolamentate nei diversi Stati dell’Unione; sono quelle che richiedono un titolo specifico per essere esercitate: farmacisti, architetti, avvocati, ma non solo… in tutta Europa se ne contano 740 e in molti casi la regolamentazione vale in un Paese e non in altri. I soli servizi professionali contribuiscono al Pil dell’Unione per il 9%, ma la confusione non aiuta mentre, secondo la Commissione, un migliore accesso «potrebbe avere una ricaduta positiva sulla situazione occupazionale e sulla crescita economica». L’esecutivo dell’Ue ritiene che le condizioni esistenti siano troppo restrittive e scoraggianti per i giovani professionisti che si affacciano sul mercato del lavoro, inoltre regimi regolatori differenti impediscono loro di trovare lavoro negli altri Stati dell’Unione. La situazione è ben descritta dal commissario dell’Unione per il Mercato interno e i servizi, il francese Michel Barnier: «nonostante i nostri migliori sforzi, la mobilità professionale attraverso l’Unione europea rimane bassa; le condizioni per accedere a certe professioni sono in molti casi gravose e complesse e spesso variano in misura considerevole da uno Stato all’altro; questo stato di cose scoraggia i cittadini europei a cercare un impiego al di fuori dai confini nazionali». La Commissione ha stabilito un periodo di due anni, durante i quali sarà avviata una valutazione delle barriere esistenti tra i diversi Stati membri; l’esame coinvolgerà tutte le parti interessate e in particolare le rappresentanze dei professionisti. Il dialogo tra gli Stati dell’Unione sarà finalizzato a individuare le restrizioni formali e informali all’accesso alle attività professionali, non per arrivare a una deregolamentazione ma a un sistema semplificato, adeguato, sicuro e trasparente.

Renato Torlaschi

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