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Politica e Sanità

21 Ottobre 2013

Nhs britannico verso un ruolo più centrale per il farmacista


I committenti della salute devono investire di più nei servizi in farmacia per la salute pubblica, cioè dirottare una quota maggiore delle proprie risorse verso le farmacie di comunità quali fornitori di servizi sanitari. Il concetto è emerso chiaramente dall’ultimo rapporto della Nhs confederation britannica “Health on the high street: rethinking the role of community pharmacy”. Analizzando come meglio gestire servizi pubblici attraverso le farmacie di comunità, all’interno di un Nhs riformato, il rapporto delinea le raccomandazioni individuate da un task group del Pharmacy and public health forum. Il gruppo di lavoro, istituito dal Department of health, è stato presieduto da Mike Farrar, direttore esecutivo della Nhs confederation e includeva rappresentanti di tutte le categorie interessate, dalla salute pubblica ai governi locali, dalle organizzazioni di servizi alle farmacie. Tutti i partecipanti hanno concordato che il servizio sanitario britannico ha storicamente sottovalutato il ruolo che la farmacia di comunità può esercitare nel migliorare e mantenere la salute pubblica. "Riteniamo che le farmacie possano giocare un ruolo importante e in crescita per assicurare un sistema sanitario sostenibile e far sopravvivere il Nhs per i prossimi decenni" si legge nel rapporto. Tuttavia ciò richiede un ripensamento del ruolo delle farmacie di comunità all’interno del sistema sanitario e un riposizionamento all’interno delle cure primarie. Ash Soni, vicecapo dell’English pharmacy board della Royal pharmaceutical society, ha così commentato: «speriamo che questo rapporto possa fare la differenza, soprattutto visto che porta il logo della Nhs confederation, un’egida di rilievo quando si tratta di convincere una platea più ampia». Secondo le conclusioni del documento occorre impostare un approccio coerente alle necessarie committenze del servizio sanitario pubblico, trovando il giusto equilibrio tra il bisogno di efficienza e coerenza a livello nazionale e le necessità di personalizzazione e innovazione locali. Queste le cinque raccomandazioni suggerite dal task group:

  1. integrare il ruolo del farmacista di comunità con quello degli altri attori del Sistema sanitario pubblico;
  2. sostenere forti flussi informativi tra fornitori e committenti;
  3. mantenere una flessibilità locale, per gli incarichi da commissionare, tra farmacie di comunità e altri fornitori;
  4. coinvolgere i pazienti e l’opinione pubblica nelle decisioni;
  5. consolidare le decisioni su robuste evidenze di base.

A pochi giorni di distanza dalla pubblicazione del report, si sono aggiunte le dichiarazioni di Alex Neil, segretario alla salute per la Scozia, che a una conferenza tenutasi a Edimburgo ha annunciato «il Nhs in Scozia deve diventare veramente un servizio 7 giorni su 7», quando ce ne sia il bisogno, e questo include anche un servizio di farmacia non–stop. Il servizio pubblico già offre cure continuate ma con modalità differenti alle 3 del mattino rispetto alle 3 del pomeriggio o il giovedì rispetto alla domenica. «Anche se qualità e sicurezza non cambiano, il Nhs deve essere davvero accessibile 7 giorni su 7, dove serve. Questa è la mia visione e sono determinato a far sì che si realizzi» ha detto Neil «Ciò significa che farmacisti, fisioterapisti, custodi, - tutti i servizi necessari per aiutare i pazienti a muoversi in ospedale e dopo le dimissioni – devono essere a portata di mano ogni giorno della settimana».

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