Politica e Sanità

23 Ottobre 2013

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La presa d’atto da parte di Federfarma nazionale della sospensione della delegazione di Pistoia, deliberata da Federfarma Toscana e condivisa dal Collegio dei probiviri toscani, è prevista dallo statuto e, pertanto, il sindacato nazionale, commenta Alfonso Misasi segretario nazionale del sindacato, «si è adeguato a una sanzione a livello regionale». Non si è entrati nel merito, dunque, delle «motivazioni di una questione che si è svolta interamente in Toscana» aggiunge Misasi «e se ci sarà una contestazione spiegheremo il nostro dispiaciuto obbligo a procedere in questa direzione». E precisa: «Avremmo preferito che le delegazioni regionale e provinciale avessero trovato una “quadra” politica, ma se una delle due decidesse di adire al Collegio dei probiviri nazionale, fatto del tutto nuovo, magari si arriverebbe a una nuova soluzione».
La sospensione disposta dai probiviri toscani, fa notare Marco Nocentini Mungai, presidente dell’Unione regionale toscana titolari di farmacia, «di fatto ha ridotto a otto mesi la sanzione a Pistoia, inizialmente di 12, in quanto si trattava di una prima volta, ma ha confermato tutti gli appunti mossi alla federazione pistoiese e ha invitato a non ripetere comportamenti contrari alla linea sindacale che è quella di opporsi a ogni atto che mette a rischio la sopravvivenza delle farmacie». E chiarisce: «In Toscana si assiste a un proliferare di iniziative locali delle singole Asl che scavalcano il canale farmacia e che puntualmente noi impugniamo. Ma la trattativa va condotta a livello regionale, non locale, come ha invece fatto Federfarma Pistoia siglando un allargamento della Dpc. La Dpc in Toscana è la più estesa d’Italia e il suo ampliamento è la controproposta che riceviamo quando proponiamo un ruolo attivo della farmacia. Siamo in una situazione di stallo in cui noi non ci muoviamo dalla nostra posizione e non ci possono essere cedimenti perché mettono in difficoltà le altre delegazioni provinciali».

Simona Zazzetta