Politica e Sanità

13 Novembre 2013

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Prendiamo atto dell’ordinanza del Tar Toscana, primo round di una partita ben più complessa e ampia, che segue una dialettica regionale, ma l’auspicio è che iniziative analoghe possano trovare una soluzione a livello nazionale, con l’apertura di un tavolo tra associazioni delle farmacie pubbliche e private e Regioni, che affronti più in generale il problema della distribuzione diretta. È questo il commento di Marco Nocentini Mungai, presidente dell’Unione regionale toscana titolari di farmacia, sull’ordinanza del Tar Toscana, che ha respinto la richiesta di sospensiva al protocollo d’intesa tra Asl di Siena e Poste italiane per il recapito dei farmaci ai pazienti in Rsa o al loro domicilio, presentata dall’Associazione titolari di Siena, dall’Urtofar e da Federfarma nazionale, insieme al ricorso contro l’accordo. «La bocciatura dell’istanza cautelare non pregiudica il giudizio di merito del ricorso che è ancora da valutare. Si tratta in sostanza di un primo round che si è concluso negativamente per noi» spiega Nocentini Mungai. E anche se le motivazioni portate dal Tar sembrano già dettare una linea, «non si può mai dire: restiamo in attesa della sentenza sul merito che credo arriverà a breve, e in ogni caso consideriamo la vicenda da un punto di vista più ampio. A prescindere da Siena, la dialettica con la Regione rimane aperta». Al di là della decisione del tribunale, «la nostra preoccupazione va a tutte le iniziative avviate dalle varie Asl della Toscana, magari meno eclatanti ma non meno dannose. Ma più in generale guardiamo con timore tutto il fenomeno che vede scavalcare le farmacie come canale distributivo del farmaco, che comprende anche la diretta. Un problema che è oggi focalizzato in alcune Regioni – e in Toscana sicuramente in maniera più evidente –, ma che richiede una riflessione da parte di tutti e una soluzione concordata, perché le farmacie non possono essere emarginate dal farmaco. Con la Regione Toscana il confronto è continuo, per tante iniziative, anche se sul fronte della distribuzione diretta c’è divergenza e non si intravedono spiragli. Detto questo una soluzione ci può sempre essere e il mio auspicio è che si possa passare al livello nazionale. Il mio augurio è in sostanza per l’apertura di un tavolo che veda da una parte le associazioni che rappresentano le farmacie, pubbliche e private, e dall’altro le Regioni».

Francesca Giani