Politica e Sanità
15 Novembre 2013Dopo la telemedicina, con cui il medico può di seguire in remoto i pazienti, arriva anche la “telefarmacia”, una consulenza a distanza, via telefono, da parte di un farmacista dedicato. Il servizio nasce negli Stati Uniti e viene offerto da una catena di farmacie, la Thrifty white pharmacy, che opera nel Midwest e che intende così raggiungere cittadini che abitano in zone rurali e in piccoli centri (meno di 1.000 abitanti) molto diffusi nella zona del North Dakota, Minnesota e Iowa. Tutto il sistema sfrutta un collegamento via webcam, tipo teleconferenza, per interagire con il paziente e prevede il monitoraggio della terapia in corso e di tutti i farmaci assunti, il controllo e la verifica delle prescrizioni e il counseling al paziente. «La gestione della terapia» ha spiegato Aaron Jennissen, vicepresidente per le Operazioni di vendita in farmacia della società statunitense «avviene nell’ambito di una programmazione di appuntamenti periodici con i pazienti ed è fondamentale assicurarsi che li rispettino. Per questo serve che il farmacista crei una relazione di fiducia con il paziente. Il nostro obiettivo ora» aggiunge «è di creare un servizio interamente dedicato con farmacisti assunti per svolgere questa mansione, la momento in ogni farmacia della catena c’è un locale dedicato attrezzato con webcam e connessione Vpn sicura».
«In un modo meno strutturato, e sicuramente meno enfatizzato» commenta Alfredo Orlandi, presidente Sunifar, «le farmacie rurali italiane fanno già questo servizio, da oltre vent’anni, soprattutto nei piccoli centri dove la popolazione è prevalentemente composta da anziani e bambini e dove i medici di famiglia sono una merce rara disponibile solo in determinati orari. In questi “villaggi”, come sono stati definiti durante il convegno di Fenagifar, Pharmevolution» aggiunge Orlandi «il farmacista diventa il riferimento principale per tutto ciò che riguarda la salute della famiglia, diventando il “farmacista di famiglia” da chiamare a qualsiasi ora e che conosce non solo le terapie in corso di tutta la famiglia ma anche quelle dei predecessori. Il farmacista risponde a questi bisogni per senso di solidarietà ma potrebbe fare molto di più, come per esempio vaccinare, procedura che negli Usa per esempio fanno».
Simona Zazzetta
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