Politica e Sanità

27 Novembre 2013

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«Tutto quello che possiamo fare lo stiamo facendo». Così il presidente dell’Enpaf Emilio Croce (foto) risponde a Conasfa, che, in una delle proposte emerse dall’ultimo Consiglio nazionale, aveva chiesto all’ente previdenziale di allentare la morsa dei contributi per i professionisti in situazioni critiche come la disoccupazione o i vari contratti atipici. «Abbiamo già deliberato per chi versa il contributo di solidarietà una riduzione dal 3% all’1%. Ma le delibere» evidenzia Croce «devono poi passare al vaglio dei ministeri competenti che dopo tutte le verifiche del caso devono approvare. Siamo in attesa che il tutto venga sbloccato, ma i rallentamenti non dipendono da noi che, tra l’altro» aggiunge «siamo gli unici ad avere disposto un’iniziativa del genere. Non va sottovalutato» continua che siamo un’amministrazione pubblica a tutti gli effetti e dobbiamo sottostare a una serie di precetti». Tra i molti punti sollevati dai non titolari c’è anche quello della doppia contribuzione per la quale vengono versati contributi sia all’Inps sia all’Enpaf. Ma anche questo non è un vero problema, secondo Croce. «Doppia contribuzione significa doppia pensione non sono versamenti che vanno a vuoto. E comunque ci sono leggi dello Stato alle quali dobbiamo attenerci. Non le facciamo noi le leggi». Al presidente Enpaf comunque non sfuggono le difficoltà del momento. «Che ci sia precariato diffuso è un dato di fatto» sottolinea «e lo so bene come presidente dell’Ordine di Roma, il più grande d’Italia. Proprio per questo all’interno dell’Ente stiamo dedicando una sezione sempre più ampia ai problemi dell’assistenza ai farmacisti in difficoltà. Ciò detto» conclude «quella delle Pensioni in questo momento non mi sembra la priorità per la categoria».

Marco Malagutti