Politica e Sanità
10 Gennaio 2014Grande soddisfazione per la decisione dell’Enpaf di erogare un contributo una tantum alle farmacie rurali che operano in condizioni disagiate, frutto di un dialogo col Sunifar in corso da mesi e che giunge come un riconoscimento alla categoria. Questo il commento favorevole del sindacato dei titolari di farmacie rurali in merito alla delibera dell’ente comunicata nei giorni scorsi e che venerdì ha inviato agli iscritti una circolare sulle modalità per accedere al contributo. In particolare, si specifica che il requisito per ottenere il contributo è legato al reddito pro-capite riferito al nucleo familiare del titolare di farmacia, dell’anno 2012 (dichiarazione dei redditi 2013), inferiore a 22.000 euro e il contributo va da un minimo di 6mila a un massimo di 12mila euro. Il reddito complessivo del richiedente non può comunque essere superiore a € 50.000 lordi annui e, in tal caso, anche se il reddito pro-capite risulta essere ricompreso entro le misure precedentemente indicate, il richiedente non ha diritto alla prestazione. «Il documento inviato» chiarisce Roberto Grubissa, segretario nazionale Sunifar «contiene precisazioni tecniche sulle procedure da seguire e la modulistica. In particolare, va chiarito che la titolarità di 5 anni richiesta dall’ente va gestita con l’autocertificazione (Dichiarazioni sostitutive di certificazioni n.d.r.), come indicato nella modulistica fornita dall’Enpaf e in base alla norma vigente». E aggiunge: «Si tratta di un accordo siglato in base alle disponibilità dell’ente e che va visto come sussidio ai farmacisti ma soprattutto come un aiuto ai cittadini che risiedono in zone disagiate. È un risultato che si è concretizza al termine di un lungo lavoro di dialogo tra Sunifar ed Enpaf di cui l’ente ha dato un chiaro risalto nella nota diffusa». La soddisfazione più grande per Alfredo Orlandi, presidente del Sunifar è «il riconoscimento per i colleghi che operano in condizioni difficili e che rappresentano l’anello più debole del sistema». E conclude: «È importante che il problema sia stato riconosciuto e affrontato in modo concreto. La solidarietà deve contraddistinguere il lavoro nel nostro comparto. Ora contiamo di proseguire il dialogo con l’Enpaf affinché possa diventare la seconda casa per le farmacie rurali».
Simona Zazzetta
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