Politica e Sanità
30 Gennaio 2014Sulla questione Farmacap, l’azienda speciale che gestisce le farmacie comunali di Roma, con un deficit stimato negli ultimi due anni di 15 milioni di euro, Assofarm incontrerà a febbraio il sindaco Ignazio Marino, «per dire che situazioni di crisi contingenti non sono generalizzabili e offrire la nostra collaborazione alle farmacie comunali perché siamo convinti che con le buone pratiche possano essere ricondotte a una condizione più positiva». A darne notizia Venanzio Gizzi, presidente Assofarm, in un’intervista a Farmacista33 in cui fa il bilancio della situazione delle comunali. «Bisogna sfatare l’immagine della crisi generalizzata delle farmacie comunali: tra delibere di prelazione per le nuove aperture e delibere di cessione il bilancio di fine d’anno è positivo e anche in termini di andamento delle singole aziende nel 90-95% dei casi i risultati sono buoni. Se andiamo a guardare poi gli utili che le farmacie passano ai comuni si aggirano intorno ai 100 milioni di euro l’anno. Le situazioni di crisi sono sporadiche e spesso sono dovute soprattutto a fattori esterni: nei bilanci delle farmacie comunali vengono caricati costi che non ineriscono direttamente la gestione del presidio, come per esempio personale che non viene utilizzato a tempo pieno in farmacia o servizi pubblici locali, quali le mense scolastiche delle scuole comunali». E poi ci sono i casi più complessi, come Farmacap, l’azienda che gestisce le farmacie comunali di Roma, «che non è una nostra associata» spiega ancora Gizzi. «È da un po’ che stiamo chiedendo un incontro e finalmente a metà febbraio saremo ricevuti dal sindaco di Roma Ignazio Marino. Nostro obiettivo è ribadire che situazioni di crisi o di gestione particolari non possono essere generalizzate, ma anche offrire la nostra collaborazione alle farmacie comunali perché siamo convinti che la base è buona e che con le buone pratiche possano essere ricondotte a una condizione più positiva». Un’altra iniziativa a favore dell’immagine delle farmacie comunali è «un’indagine, in partenza, per determinare l’ammontare complessivo delle risorse che ogni anno le farmacie comunali generano per i bilanci delle amministrazioni, al netto di ogni altro costo ricaricato in vario modo sulle aziende che le gestiscono». Ma anche le aste, che sempre più stanno andando deserte, non giovano: «A parte ricordare che le difficoltà delle casse del comune non si risolvono così, soprattutto se non c’è un reinvestimento di quanto totalizzato dalla vendita della farmacia, ma quello che non si è voluto capire» conclude Gizzi «è che per dare valore alla farmacia serve la nuova remunerazione. In un contesto in cui la ricetta vale sempre meno e c’è un sempre maggior ricorso alla distribuzione diretta le farmacie diventano elementi più residuali nel sistema della distribuzione e perdono valore. Nostro obiettivo come associazione è attrezzare le farmacie comunali di una sempre maggiore professionalità in modo che diventino la vera farmacia dei servizi».
Francesca Giani
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