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Politica e Sanità

31 Gennaio 2014

Decreto contraffazione, l’Affari sociali pone condizioni sulle carenze farmaci


Introduzione di «meccanismi di tempestiva trasmissione, anche in via telematica, da parte dei produttori o dei titolari di Aic, dei grossisti o dei farmacisti all’Aifa e alle Regioni, dei dati relativi ai farmaci di cui si riscontra la carenza sul mercato» e validità dell’«obbligo di servizio pubblico» per i grossisti - previsto anche per i medicinali per i quali siano stati adottati provvedimenti in considerazione delle carenze sul mercato - «nei limiti in cui i predetti medicinali siano forniti dai titolari di Aic» e «a condizione che i grossisti ne siano adeguatamente riforniti dai titolari delle autorizzazioni all''immissione in commercio». Sono queste le condizioni, in tema di carenza farmaci, che la commissione Affari sociali della Camera ha posto al Governo nel parere sullo schema di Dlgs di recepimento della norma Ue in materia di medicinali falsificati (2011/62/UE), che dà disco verde al dispositivo. La direttiva è quella che introduce norme più stringenti sulla contraffazione di farmaci e che già nella versione uscita dal Governo prevedeva una stretta al problema della carenza di farmaci. Secondo la commissione Affari sociali, però, la versione del Governo, nel «prevedere l''obbligo per i grossisti di garantire in permanenza un assortimento di medicinali sufficiente a rispondere alle esigenze di un territorio geograficamente determinato e di provvedere alla consegna delle forniture richieste in tempi brevissimi su tutto il territorio in questione, anche per i medicinali per i quali siano stati adottati specifici provvedimenti in considerazione delle carenze sul mercato e dell''assenza di valide alternative terapeutiche, non ha tenuto conto della esigenza che i grossisti siano effettivamente ed adeguatamente riforniti dai produttori». La commissione rileva poi la necessità di «rendere più efficaci gli interventi dell''Aifa e delle Regioni volti a limitare il fenomeno dei farmaci carenti o indisponibili sul territorio nazionale, a causa dell''esportazione parallela», in particolare, appunto, introducendo «disposizioni per prevedere meccanismi di tempestiva trasmissione, anche in via telematica, da parte dei produttori o dei titolari di Aic, dei grossisti o dei farmacisti all’Aifa e alle Regioni, dei dati relativi ai farmaci di cui si riscontra la carenza sul mercato». Un’altra condizione, riguardante questa volta il tema della contraffazione, è di precisare che «nell''ipotesi in cui l’Aifa disponga una ispezione, l''attività possa comunque essere avviata, ove non sussistano elementi ostativi, dopo 30 giorni dall''ispezione stessa, e comunque in armonia con la direttiva comunitaria» in modo da «garantire tempi certi per gli operatori del settore». Sul dispositivo la Commissione fa anche delle osservazioni, in particolare invitando «il Governo a valutare l''opportunità di introdurre l''obbligo della tracciabilità della materia prima per la fabbricazione di farmaci o medicinali finiti».

Francesca Giani

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