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Politica e Sanità

05 Febbraio 2014

Lo studio inglese: farmacista in primis dispensatore


Il tempo che i farmacisti dedicano ad attività differenti rispetto alla dispensazione del farmaco è rimasto pressoché costante nell’ultimo decennio. A questa conclusione è giunto uno studio inglese pubblicato su International Journal of Pharmacy Practice, che ha preso in esame un campione piuttosto ridotto dell’area londinese, 10 farmacie, e dal quale, sottolineano gli stessi ricercatori, è difficile trarre conclusioni generali, ma che porta comunque a rilevare come la “mera” dispensazione del farmaco continui a dominare l’attività dei farmacisti a scapito dei servizi più avanzati. La Gran Bretagna è, tra l’altro, la patria del Mur (Medicine use review), ossia delle prestazioni avanzate in farmacia, che si stanno sperimentando con successo in molte realtà italiane. Farmacista33 ha chiesto un commento ad Andrea Mandelli, presidente della Fofi, che ha patrocinato il progetto Mur nostrano. «Non enfatizzerei i risultati di uno studio condotto su 10 farmacie in una città delle dimensioni di Londra e che per giunta ha preso in considerazione soltanto il responsabile della farmacia» sottolinea Mandelli.  «In base alle statistiche fornite dal Pharmaceutical Services Negotiating Committee, nella sola Inghilterra sono state erogate, da aprile 2012 a marzo 2013, 2. 817.384 revisioni dell’uso dei medicinali, l’Mur, e 647.000 Nms (New medicines service), cioè le due principali prestazioni avanzate previste dal contratto delle farmacie convenzionate inglesi». Numeri da non sottovalutare, secondo il presidente Fofi, che corrispondono a una media mensile di Mur per farmacia accreditata variabile da 26 a 28. Lo studio, comunque ribadisce Mandelli, non è così significativo. «Per cominciare, non direi proprio che non rientri tra le prestazioni professionali cognitive del farmacista consigliare il cittadino sull’automedicazione – occupazione che coprirebbe il 6,6% del tempo del farmacista – o fare counselling sui farmaci da prescrizione (3,3%) o ancora controllare le prescrizioni per l’appropriatezza terapeutica (10%). Del resto, il fatto che la metà del tempo sia dedicato alla dispensazione del farmaco mi sembra quasi un’ovvietà: stiamo parlando di farmacie e non di ambulatori» conclude.

Marco Malagutti

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