Politica e Sanità

06 Febbraio 2014

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Vengono introdotti illegalmente in Italia come creme sbiancanti ma sono farmaci indicati per trattare dermatiti, eczemi e psoriasi, e tra le varie destinazioni, finiscono come cosmetici negli scaffali di negozi etnici e in vendita su internet. Il fenomeno è sotto monitoraggio da tempo, spiega Marcello Chiavoni, dirigente farmacista dell''Unità prevenzione contraffazione di Aifa, «in seguito a diverse segnalazioni di ritrovamenti in dogana di quantitativi importanti di prodotti che all’apparenza si presentano come creme cosmetiche, per esempio al limone, a effetto sbiancante, Ma sono risultati contenere corticosteroidi, sali di mercurio e idrochinoni che, con un uso frequente e non controllato, vengono assorbiti dalla pelle e possono causare effetti collaterali noti e registrati da medici e dai Pronto soccorso. In Italia sono farmaci da prescrizione hanno composizione simile ma con dosaggi inferiori di cortisonici».
Il punto sull’entità del fenomeno è stato fatto nei giorni scorsi in un seminario organizzato dall’Aifa a Roma a cui hanno preso parte anche i Nas, l’Ufficio Dogane e l’Usmaf (Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera). «Le provenienze a rischio sono per lo più gli stati africani» aggiunge Chiavoni, relatore del seminario «dove la popolazione fa un uso di questi prodotti, una sorta di off-label non autorizzato in Italia ma che, in realtà, è un uso improprio di farmaci. I corrieri ne trasportano anche 4-500 confezioni, in alcuni casi singolarmente impacchettate con già indicato l’indirizzo del destinatario per un totale di un migliaio di pezzi in entrata al mese. Molti pezzi finiscono nei canali di vendita via internet o nei negozi etnici. Alcuni vengono etichettati con un “made in Italy” che potrebbe trarre in inganno. In questi casi si tratta di formulazioni prodotte da officine italiane che hanno autorizzazione a uso esclusivo per esportazione ma non hanno Aic italiana». Il fenomeno, conclude Chiavoni, «è in valutazione e c’è un monitoraggio alle Dogane che comunicano con l’Usmaf per avere il nulla osta su merce sospetta e sottoposta a controllo. Ma è importante che ci sia una vigilanza sul territorio su eventuali effetti collaterali ma anche sui canali di fornitura delle farmacie, che però in genere sono sicuri. E soprattutto va fatta informazione sui rischi per la salute».

Simona Zazzetta