Politica e Sanità

17 Febbraio 2014

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Quando la prescrizione digitale sarà a regime, ci aspettiamo che la Regione ci dia un riconoscimento a fronte di un'attività sulla ricetta che è raddoppiata. Altrimenti dovremo valutare delle alternative. A dirlo Massimo Mana, presidente di Federfarma Piemonte, che ha fatto il punto sulla partenza della sperimentazione della ricetta dematerializzata. «Al momento è partita la provincia di Vercelli ed è in dirittura di arrivo quella di Novara» spiega Mana. «Le farmacie sono pronte ma ancora il flusso di ricette digitali è basso perché sono stati coinvolti pochi medici e di fatto chi la sta utilizzando sono soprattutto le farmacie limitrofe agli studi partiti. Ma già da quello che abbiamo potuto vedere il lavoro per noi è raddoppiato. Purtroppo in un momento in cui il valore della ricetta continua a scendere e le prescrizioni ad aumentare, dobbiamo fare i conti: se un dipendente costa 40( centesimi al minuto, uno o due minuti in più di lavoro su ogni ricetta implicano perdere ogni marginalità, soprattutto per prodotti che valgono magari 3 euro a pezzo. In settimana abbiamo un incontro con la Regione e certamente sono riflessioni che faremo presente, soprattutto in vista di un aumento del flusso di ricette online». Anche perché, continua Mana, «i medici, per partecipare al progetto, prendono circa 120 euro al mese oltre a 160 di una tantum per l'aggiornamento del gestionale». Il tempo in più è dovuto al promemoria cartaceo, «ma anche al fatto che dobbiamo gestire da un lato l'invio della ricetta e dall'altro la fustella». Insomma, «quando il tutto sarà a regime ci aspettiamo che la Regione ci riconosca qualcosa, altrimenti faremo anche noi le nostre valutazioni».

Francesca Giani