Politica e Sanità

05 Marzo 2014

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«FarmacistaPiù è una manifestazione che sta suscitando molte attese» dichiara Francesco Armato (foto), consigliere di Federfarma Roma, «e lo dico sia per quanto mi riguarda personalmente sia per quanto sentito dai colleghi.  È indubbio che si sente l’esigenza di iniziative connotate da un taglio più professionale e scientifico e meno commerciale, e questo non per sminuire la presentazione dei nuovi prodotti ma perché in questo momento di fermento è massimo l’interesse per i temi utili alla professione».
Quali sono a suo parere gli argomenti di cui si dovrebbe necessariamente discutere? «Sento forte la necessità di capire che direzioni intende prendere la politica. Lo scenario di certe situazioni è in stallo, per uscire da questa condizione stagnante sarebbe utile costruire percorsi istituzionali condivisi, per esempio per quanto concerne i servizi in farmacia. Tracciare una linea guida nazionale che possa orientare i farmacisti su quali saranno i servizi ritenuti necessari e, quindi, indicare loro i punti chiave dai quali partire per intraprendere azioni concrete. In questo senso il percorso virtuoso di Federfarma Lazio, per quanto riguarda gli accordi intrapresi in tema di servizi, potrebbe rappresentare una strada da seguire a livello nazionale».
La formazione universitaria deve essere adeguata alle nuove sfide della professione? «Certamente sì, anche se molti passi avanti sono già stati fatti: a Roma vedo sperimentazioni interessanti, come quelle di svolgere dei corsi solo in lingua inglese, e le lingue straniere sono uno dei temi da approfondire per i futuri farmacisti. Importantissime però saranno materie come la clinica e la diagnostica, alcune nozioni di questo tipo sono già state inserite nei corsi di laurea che dovranno virare sempre più verso studi di fisiopatologia clinica, prendendo un po’ le distanze dalla chimica». 

Elisabetta Lucchesini