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Politica e Sanità

10 Marzo 2014

Mandelli, in Parlamento ho portato il pragmatismo dei professionisti


«Il disegno di legge che mi rende più orgoglioso? Direi quello di riforma del Titolo V della Costituzione per riportare a livello centrale la governance della spesa farmaceutica attraverso l''istituzione di un Fondo farmaceutico nazionale, distinto dal Fondo sanitario nazionale, destinato alla spesa farmaceutica territoriale e a quella ospedaliera». A parlare così è il presidente della Fofi Andrea Mandelli, (foto) intervistato da Farmacista33 a un anno dalla sua elezione al Senato. Mandelli sottolinea di aver cercato di portare «il pragmatismo che caratterizza i professionisti» all’interno dell’aula parlamentare e di attendere al varco il nuovo Governo che per ora ha fatto «solo diagnosi dei problemi dell''Italia».

"Porterò nell''attività parlamentare le competenze e l''impegno di un professionista, il farmacista, che da sempre è vicino alle necessità della società e delle persone e che ne comprende i bisogni: quelli legati alla salute, ma non soltanto". A un anno dalla sua elezione qual è il suo bilancio? È riuscito nel suo intento?
"Credo di poter dire di sì. Il Parlamento di oggi è un''istituzione incredibilmente complessa, entrare nei suoi meccanismi per chi viene dalla società civile, dal mondo delle professioni, non è semplice. Noi siamo abituati a decidere e agire, a fare in modo veloce. L''attività parlamentare è molto diversa: si presenta un disegno di legge, si deposita un''interrogazione, si propongono emendamenti, ma i tempi sono lunghi e per questo può capitare che l’azione perda di tempestività ed efficacia. Per questo sono un convinto sostenitore dell''urgenza delle riforme istituzionali: di monocameralismo o regolamenti parlamentari non si mangia, ma di efficienza dell''azione di governo sì. Detto questo, ho fatto del mio meglio per portare nel mio lavoro in Senato tutto il pragmatismo che caratterizza i professionisti. Ho presentato diverse proposte di legge in ambito sanitario e farmaceutico certo, ma non solo. Certo è che chi appartiene ad una categoria sa bene quali siano le criticità, le problematiche, le aspettative non solo di chi lavora ma anche e soprattutto dei cittadini che usufruiscono dei servizi offerti, e sa di cosa c''è bisogno per cambiare le cose. E'' una logica, questa, che contribuisce a riavvicinare la politica ai cittadini. 
 
Quali sono gli aspetti che più l''hanno soddisfatta di questo primo anno da senatore e quali i più insoddisfacenti? C''è un disegno di legge che la rende particolarmente orgoglioso?
"Vede, so che in un periodo di grande sfiducia nei confronti della politica i cittadini hanno l''impressione che in Parlamento non si faccia nulla di buono. E in molti, anche dentro le istituzioni, cavalcano il malcontento e fomentano questo modo di concepire l''attività parlamentare. In realtà ci sono tantissime persone che credono davvero di poter dare un contributo valido per migliorare la situazione dell''Italia. Ascoltare le richieste delle persone, siano privati cittadini o imprenditori, e poi andare a Roma e tradurle in iniziative che possano dare risposta ai problemi quotidiani della gente è un''esperienza incredibile. Allo stesso tempo, come le dicevo prima, l''aspetto insoddisfacente deriva dal fatto che spesso questa voglia di fare non si riesce a tradurre in misure tempestive. Quanto al disegno di legge che mi rende più orgoglioso, direi quello di  riforma del Titolo V della Costituzione per riportare a livello centrale la governance della spesa farmaceutica attraverso l''istituzione di un Fondo farmaceutico nazionale, distinto dal Fondo sanitario nazionale, destinato alla spesa farmaceutica territoriale e a quella ospedaliera, un’iniziativa parte di un processo globale di manutenzione del Titolo V della Costituzione, in considerazione del fatto che alcuni servizi decentrati non garantiscono il diritto alla salute in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale. Ho anche avuto la soddisfazione di veder riprendere questa iniziativa anche da giornali inglesi, che definivano il “federalismo irrisolto” come uno dei nodi fondamentali del nostro paese. Quando presentai il ddl a luglio sembrava un’iniziativa avanguardistica, oggi mi sembra che questa manutenzione del Titolo V sia un’esigenza su cui tutti concordano.

Da qualche tempo le è stato affidato l''incarico di responsabile dei rapporti con le professioni per Forza Italia. Un passo nella direzione di farsi interprete della voce dei professionisti come da lei promesso a inizio mandato?
Sì direi un passo importante, e per questo voglio ringraziare la fiducia che il Presidente Berlusconi mi ha voluto accordare. Ci siamo subito messi a lavoro e in questi primi due mesi abbiamo incontrato moltissime categorie professionali. Dai rappresentanti delle professioni sanitarie, agli architetti, agli ingegneri e agli operatori del settore edile ai commercialisti. E poi biologi, liberi professionisti, piccoli e medi imprenditori. Forza Italia intende ascoltare chi, ogni giorno, affronta la crisi dalla trincea del lavoro. E chiede meno tasse, meno burocrazia, meno imposte del lavoro.   
 
Ora c''è un nuovo governo, pur con un ministro della Salute confermato. Quali le priorità secondo lei? Come valuta il nuovo Governo?
Qualsiasi valutazione, al momento, sarebbe precoce. Dobbiamo aspettare le misure concrete che verranno messe in campo per fronteggiare la crisi: è necessario abbassare le tasse, combattere la disoccupazione, anche attraverso una maggiore flessibilità, far ripartire i consumi riducendo il cuneo fiscale e liberare il credito, ma soprattutto sburocratizzare. Finora dal premier abbiamo ascoltato solo diagnosi dei problemi dell''Italia, noi crediamo che queste siano le ricette e, se si passerà finalmente dalle parole ai fatti, siamo pronti a collaborare e dare il nostro apporto come opposizione costruttiva per il bene del Paese.  
 
Un anno dopo: pensa che si possa conciliare il ruolo di senatore e presidente di Ordine senza problemi?
In questo anno non ho incontrato alcun tipo di difficoltà nel conciliare le due cose: sono abituato a lavorare molte ore al giorno tutti i giorni, metto passione in quello che faccio e tento di farlo al meglio delle mie capacità, ovviamente, con la massima correttezza e trasparenza.

Marco Malagutti

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