Politica e Sanità

04 Aprile 2014

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Analisi dello scontrino e dei bacini di utenza, progettazione del back office e organizzazione della comunicazione e valorizzazione di uno dei servizi meno nobili, il Cup, che offre diverse potenzialità. Questi gli strumenti messi in evidenza da tre ricerche presentate a FarmacistaPiù in corso a Roma, a supporto della gestione e l'implementazione della farmacia dei servizi.
«Per progettare un'evoluzione efficace e sostenibile della farmacia» ha detto Elena Folpini, Direzione Ricerche di Mercato di New Line «è necessario misurare i bisogni che guidano l'ingresso in farmacia. Ma poiché i servizi non hanno una traccia identificabile nel gestionale, solo un esame dello scontrino permette di disegnare il perimetro delle aree terapeutiche correlabili ai servizi di prevenzione, di diagnostica e di compliance. Dall'esame dei dati di vendita è emerso che il 24% del fatturato totale è attribuibile a diabete, allergie, ipertensione, celiachia e ipercolesterolemia, patologie connesse a una programmazione dei servizi. Stiamo parlando di una popolazione importante a cui prestare attenzione. Altre informazioni utili possono arrivare dall'analisi del bacino di utenza. Per esempio, focalizzandosi sul diabete, si osserva che in zone con una prevalenza di over65, rispetto a zone a minore densità di anziani, c'è un 44% in più di richieste di farmaci e device per il diabete, in aree con basso livello di istruzione le richieste aumentano del 29%». Una volta individuata l'area in cui sviluppare il servizio, è necessario progettare il termini di struttura dell'offerta, con la consapevolezza, ha sottolineato Laura Iacovone, docente di marketing dell'Università di Milano «che aggiungendo i servizi cambia il modo di lavorare». In particolare, ha sottolineato l'importanza di comunicare il servizio: «E' facile comunicare un prodotto, più difficile farlo con una competenza». Secondo Iacovone, «bisogna costruire un'offerta coerente con il bacino di utenza, formare il personale, dedicare spazi che devono essere mantenuti vivi, costruire un'offerta di pacchetti integrati». A fianco dei servizi da implementare ci sono quelli già rodati ma poco valorizzati. È il caso del servizio Cup, «un servizio meno nobile, poiché coinvolge meno la dimensione professionale, ma molto gradito dagli utenti e usato soprattutto da pazienti anziani e cronici» come ha affermato Giuseppe Turchetti docente della Scuola superiore Sant'Anna di Pisa. Secondo l'esperto, «ha le potenzialità per trasformarsi in un veicolo per gestire un'attività consulenziale». E ha aggiunto «Nonostante queste potenzialità, resta un servizio di cui non si conosce la reale diffusione, non è noto quante farmacie lo offrano. E tra quelle che lo prevedono ci sono differenze nelle modalità di erogazione, nei costi, negli spazi dedicati e nella formazione. Anche la remunerazione non è uniforme». E conclude: «Promuoveremo uno studio per migliorare il servizio di Cup in farmacia in quanto servizio di valore e non semplice prenotazione di una prestazione».

Simona Zazzetta