Politica e Sanità
30 Aprile 2014«Il farmacista di transito tra ospedale e territorio figura ideale per gestire le dimissioni protette al posto del medico di famiglia? In Italia non è possibile, sono cose americane. Negli Usa il paziente non ha un medico di riferimento. La stessa riforma “Obamacare”, pur obbligando i cittadini a una copertura sanitaria, non impone il mmg tra i contenuti della copertura. Qui il medico sul territorio c’è, sa gestire le dimissioni e nell’80% dei casi sa adeguare, le terapie anticoagulanti, rivolgendosi a centri Tao solo per i casi più complessi». Claudio Cricelli presidente della Società Italiana di Medicina Generale commenta la presa di posizione (Farmacista33 28 aprile) di Laurie Carr leader dell’American pharmacist association dopo l’indagine Staar-State action on avoidable re-hospitalizations. Per Carr è il farmacista garante della sicurezza del paziente sia prima delle dimissioni nel ricongiungere e rivedere le terapie (che presentavano problemi nel 35% dei casi) sia nel gestire in sicurezza, come ha fatto nel 52% dei casi, il passaggio da un farmaco all’altro e in particolare tra anticoagulanti, da enoxaparina sodica a warfarin.
«Lo scenario Usa resta non assimilabile al nostro, la riforma Obama si occupa in particolare di grandi rischi e potenzia il diritto all’assistenza ospedaliera – afferma Cricelli – mentre assistenza territoriale, domiciliarità, esami e farmaci restano un problema (il farmacista nell’indagine Staar ha ripreso molti pazienti perché tornati sul territorio non acquistavano la terapia, ndr). Peraltro, i medici Usa continuano ad avere un costo molto superiore ai medici convenzionati italiani; ciò rende competitivo il ricorso ad altri sanitari come l’infermiere nel gestire le dimissioni e il farmacista nella continuità terapeutica. Ma in Italia uno scenario così è anche più lontano di 5 anni fa: il decreto sulla farmacia dei servizi, che abilita il farmacista a fornire una serie di prestazioni territoriali, è superato dal 2012 dal decreto Balduzzi che affida quei servizi all’erogazione dei medici del territorio, riconoscendo le competenze di questi ultimi». La Balduzzi cancella dunque la farmacia dei servizi? «La farmacia può crescere, ma non senza passare dal rapporto con cure primarie potenziate, case della salute, unità complesse di cure primarie, al centro del nuovo modello di cura del Ssn. Ogni giorno in una regione apre una casa della salute, con medici di famiglia titolati dagli accordi regionali a gestire i nuovi servizi».
Mauro Miserendino
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