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Politica e Sanità

10 Giugno 2014

Nardi (Tdm): rivediamo ticket ma ripartendo da livelli impositivi diversi


«Non è ipotizzabile rivedere il sistema delle esenzioni, nel Patto governo-regioni per la salute, senza coinvolgere i cittadini e i professionisti della sanità. E non è possibile dare per scontato un tetto per il ticket senza ripensare che cosa necessiti realmente al cittadino italiano». Sabrina Nardi, vicesegretario di Cittadinanzattiva, commenta così i dati Ansa che -analizzando i rapporti sulla finanza pubblica della Corte dei Conti -evidenziano come gli italiani nel 2013 abbiano pagato 2,9 miliardi di ticket per farmaci, diagnostica, specialistica, pronto soccorso, il 25% in più rispetto a 4 anni fa 2010. In Lombardia si sono spesi circa 500 milioni, un sesto dell'intera spesa per ticket, che giunge ormai a coprire il 3% del Fondo sanitario nazionale. Ma intanto qualcuno ha rinunciato alle cure o si è rivolto al privato che per l'intera prestazione esponeva prezzi meno alti di ticket e superticket sommati. Alcuni economisti affermano che per cambiare in corsa il Ssn stando nei parametri di Maastricht l'Italia può o decidere di mantenere le attuali coperture e sotto questi livelli di ticket non può andare, o ridurre le coperture e lanciare i fondi integrativi. Non ci sarebbe una terza opzione. «Ma bisogna ragionare in maniera più complessa - dice Nardi - perché già oggi si è superato il punto di non ritorno, per la prima volta nel 2013 vediamo che il Ssn con l'attuale criterio di compartecipazione non regge. A far le spese del superticket tra le voci registrate dal Pit, il "pronto intervento del Tribunale del malato", è proprio l'accessibilità ai servizi. Ci si segnala di aver pagato 122 euro per un emocromo più gli esami routinari della tiroide, di cui 45 euro di ticket: non si tratta semplicemente di costi poco competitivi, ma di livelli ingiustificabili. Se al Patto per la salute si vogliono rivedere i ticket, prima di mettere le mani nelle tasche dei cittadini si punti su altre strade, si ridisegnino i percorsi diagnostico terapeutici in modo da generare appropriatezza; e si investighino le sacche di inefficienza mappando gli sprechi e le allocazioni irrazionali come sta facendo Cittadinanzattiva nell'indagine "i due volti della sanità (www.cittadinanzattiva.it)». Per Nardi, il superticket ha finito per togliere l'ossigeno alla sanità pubblica. «La stessa Agenzia dei servizi sanitari regionali Agenas nell'indagine ReMoLet dichiara che l'aumento del ticket ha ridotto le entrate di Asl e Ospedali dell'8,5% e abbattuto del 17% il volume di prestazioni prodotte; i più danneggiati sono i cittadini non esenti per reddito né per patologia, in genere i più "onesti", e non si può onestamente evitare di mettere mano ai meccanismi di esenzione. Il Ministero dell'Economia già oggi ha i parametri e la tecnologia per dirci chi è esentabile e chi no. Si usino dunque strategie di sistema evitando di colpire nel mucchio».

Mauro Miserendino

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A cura di Redazione Farmacista33

 
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