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Politica e Sanità

19 Luglio 2014

Osmed, in molti casi antibiotici usati in modo inappropriato


Gli indicatori evidenziano che l'uso inappropriato di antibiotici ad ampio spettro supera il 20% in tutte le condizioni cliniche, con particolare impatto sulla laringotracheite (49,3%) e la cistite non complicata (36,3%). I dati provengono dal Rapporto Osmed 2013 sull'uso dei farmaci in Italia, nel quale si ribadisce come l'uso inappropriato degli antibiotici rappresenti al contempo un problema di costi a carico del Servizio sanitario nazionale (Ssn) e, soprattutto, un problema di Sanità pubblica in quanto favorisce l'insorgenza di resistenze batteriche con progressiva perdita di efficacia di tali farmaci. Nel Rapporto vengono ricostruiti alcuni scenari clinici che, con buona approssimazione, portano a spiegare i dati citati in apertura. Le infezioni delle vie respiratorie, per esempio, hanno per oltre l'80% dei casi una causa virale e non batterica e pertanto gli antibiotici sono inefficaci ai fini del trattamento. Per quanto riguarda le infezioni acute non complicate delle basse vie urinarie (cistite semplice) è sempre considerato inappropriato l'uso in prima linea di qualsiasi antibiotico fluorochinolonico. Il Rapporto Osmed fornisce dati anche in base alla distribuzione geografica: le Regioni del Centro evidenziano i livelli più alti di trattamento inappropriato di influenza e raffreddore comune e di cistite non complicata. Quanto ai livelli di inappropriatezza d'uso di antibiotici, questi risultano più elevati al crescere dell'età con una lieve flessione dopo i 75 anni d'età. Per quanto concerne i dati relativi solo all'impego (senza valutazioni di appropriatezza), nel Rapporto Osmed si legge che nel 2013 il consumo di antibiotici è aumentato del 3,5% mentre la spesa si è ridotta del 3,4%. I maggiori consumi si sono registrati in Campania, Puglia, Calabria e Sicilia, mentre quelli più bassi si sono avuti nella P.A. di Bolzano, in Liguria, Friuli Venezia Giulia e Veneto. Le categorie più utilizzate sono state le associazioni di penicilline, seguite da amoxicillina + acido clavulanico, macrolidi e lincosamidi. Gli antibiotici a brevetto scaduto hanno rappresentato il 9,2% delle dosi di antibiotici totali e il 68,2% della spesa totale per antibiotici. (A.Z.)

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