Politica e Sanità

22 Agosto 2014

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Monolaurina, nanocapsule d'argento e sostanze non identificate sono alcune delle false cure vendute via internet per prevenire o trattare l'infezione da virus di Ebola, che sta causando moltissime vittime in diversi stati dell'Africa occidentale e che, secondo i dati Oms, farà aumentare il numero di pazienti bisognosi di farmaci. A denunciare il fiorente mercato di falsi rimedi è un avviso della Food and Drug Administration che ha messo in guardia consumatori da truffe e rischi per la salute ricordando che per questa malattia non sono stati approvati né farmaci, se non una cura sperimentale somministrata finora a poche persone, né vaccini per prevenirla. L'Fda invita a segnalare eventuali siti fraudolenti ed è proprio da questi reclami che il fenomeno è emerso. In particolare, è stato segnalato il sito della Natural solutions foundation da cui lo scorso luglio è partita una lettera rivolta ai rappresentanti di governi africani colpiti dall'epidemia in cui si sostiene che le nanocapsule d'argento da loro sviluppate possono curare l'Ebola, e che l'epidemia di Ebola fa parte di piano globale di riduzione della popolazione mondiale. L'integratore non è stato testato da alcuna agenzia regolatoria, può essere tossico ed è in vendita sul sito della fondazione insieme a olio di canapa e cioccolato. Online viene promossa anche la monolaurina come difesa contro diversi i ceppi virali e batterici e il sito che la vende propone centinaia di studi a sostegno di questa tesi.
Ma di farmaci ci sarà sempre più bisogno, poiché, secondo le stime dell'Oms potrebbero arrivare fino a 30 mila le persone con l'urgenza di ricevere i farmaci sperimentali e vaccini contro l'Ebola. Ma le scorte sono del tutto inadeguate all'entità dell'epidemia, non coprono neppure minimamente questi numeri e vanno aumentate al più presto per consentire interventi di profilassi equi. Per questo si stanno valutando altre opzioni terapeutiche e secondo gli esperti dell'Oms si potrebbe impiegare gli anticorpi sviluppati alla malattia presenti plasma dei pazienti guariti. 

Simona Zazzetta