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Politica e Sanità

13 Settembre 2014

Orlandi, contro crisi al più presto riforma studi. Il metodo? Si parta dal lavoro in farmacia


La territorializzazione della sanità, l'allargamento del ruolo della farmacia, la crisi occupazionale e un bisogno di salute non soddisfatto anche a causa della rinuncia sempre più frequente dei cittadini alle cure. Sono tutti fenomeni in corso che richiedono un cambiamento nella risposta al bisogno di salute anche da parte delle farmacie del territorio e un intervento sulla preparazione dei farmacisti, a partire dalla formazione universitaria. «Ma qui sembra tutto fermo» punta il dito Alfredo Orlandi, presidente Sunifar, preoccupato per il fatto che «ci ritroviamo sempre più spesso a doverci confrontare con pazienti che ci sottopongono problemi di salute: un taglio, una candida, la lettura di un'analisi. Spesso il farmacista è chiamato dal cittadino a riconoscere il problema, a indirizzare il paziente dal medico. Nelle farmacie rurali questo è quotidianità, perché la farmacia è spesso l'unico punto di riferimento per la popolazione» ma il fenomeno tende a interessare un po' tutti, «anche alla luce della farmacia dei servizi per la quale occorre prepararsi». Mentre sul fronte università non sembrano arrivare movimenti così incisivi nell'ottica di far fronte ai cambiamenti: «Ho visto in diverse occasioni il dibattito spostarsi sull'esame di abilitazione ma questo non è un voler partire dal cancello della casa? Qui c'è bisogno di rivedere le fondamenta». E la direzione è quella di «valorizzare le conoscenze più chimiche e farmacologiche nei contesti più appropriati, quali quelli della ricerca, mentre la farmacia del territorio ha bisogno di allargarsi a contenuti sanitari» e soprattutto a un "saper fare" che spesso manca: «arrivano in farmacia giovani impreparati e insicuri nell'affrontare il paziente che a volte richiede anche un certo approccio a livello comunicazionale e psicologico». Insomma da qui l'appello: «Sediamoci al più presto tutti attorno a un tavolo per rivedere la preparazione dei farmacisti», portando anche il contributo di quello che è «il lavoro nelle farmacie del territorio». 

Francesca Giani

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