Politica e Sanità
24 Settembre 2014L'Enpaf è un ente previdenziale obbligatorio vigilato dal Ministero dell'Economia e del Lavoro, pertanto le proposte di rimodulazione del contributo da parte dei farmacisti disoccupati, non solo devono essere approvate dai ministeri, ma non devono avere impatti onerosi sugli altri iscritti e un'eventuale riduzione delle entrate contributive soggettive e di solidarietà, devono trovare copertura finanziaria nel conto economico. Risponde così, Emilio Croce (foto), presidente dell'Enpaf alla lettere aperta da parte di Luigi d'Ambrosio Lettieri, presidente dell'Ordine interprovinciale dei Farmacisti di Bari e Bat che chiedeva attenzione alla situzione economica di farmacisti senza lavoro. «In occasione della rimodulazione del contributo di solidarietà dal 3% all'1% per i farmacisti disoccupati» ricorda Croce «siamo stati costretti a rinviare il prolungamento temporale per la necessità di individuare le coperture finanziarie». E aggiunge: «Tra le tante regole di derivazione europea che, di fatto, impongono rigorosi controlli in materia di spesa pubblica, c'è anche l'obbligo del saldo previdenziale positivo. In buona sostanza, fatti salvi gli eventi che non possono essere preventivati dalla gestione o che sono indipendenti dalla stessa, l'Ente ha l'obbligo di mantenere in equilibrio il saldo corrente tra entrate contributive e uscite per prestazioni pensionistiche». Per quanto riguarda la proposta sollevata dalla lettera aperta, secondo Croce «avrebbe avuto da tempo una sua soluzione, se non ci fosse tale obbligo». E specifica che «l'elevazione di un biennio del periodo temporale quinquennale ha un costo che, per il primo anno, può essere quantificato, sulla base delle proiezioni correnti, in circa 35 euro a carico di ciascun iscritto che versi la quota contributiva intera». E sulla situazione occupazionale, concorda sulla gravità e la necessita di «particolare attenzione», ma aggiunge: «Dal nostro osservatorio privilegiato, rileviamo che il numero degli iscritti disoccupati è in leggera contrazione rispetto a qualche mese fa, pur avendo verificando, nel contempo, un lieve incremento nel numero delle cancellazioni di neo iscritti che sono in contribuzione di solidarietà, disoccupati e non». E conclude: «Le considerazioni espresse dal Sen. D'Ambrosio Lettieri sono di ulteriore stimolo alle riflessioni in atto da parte del Consiglio di amministrazione e anche delle Organizzazioni di categoria e, al di là delle soluzioni contingenti, non possiamo arrenderci all'idea che una categoria professionale riconosca sine die la disoccupazione involontaria e temporanea dei propri iscritti e non abbia al proprio interno la forza di individuare soluzioni concrete, atte a migliorare i livelli occupazionali, anche, se del caso, limitando il numero degli accessi. Dobbiamo riconoscere che la gravità della crisi in corso è tale che la crescita numerica dei nostri iscritti mal si concilia con le attuali prospettive del settore e che, soprattutto, l'iscrizione a un albo oggi non può prescindere dall'esercizio effettivo dell'attività professionale. Ma voglio assicurare i tanti colleghi in difficoltà che l'Enpaf farà la sua parte, nella convinzione che, solo con un ritrovato spirito di solidarietà al nostro interno, sarà possibile uscire insieme da questa crisi».
Simona Zazzetta
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