Politica e Sanità

12 Novembre 2014

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Sono cinque gli emendamenti alla Legge di Stabilità al vaglio della commissione Bilancio della Camera, che propongono di modificare, eliminando o posticipando al 2020, la norma contenuta nel decreto "Cresci-Italia" che impone al titolare o socio di cedere la direzione della farmacia al raggiungimento dell'età pensionabile. «Una modifica auspicabile» commenta l'avvocato Stefania Silvia Cosmo, dello Studio Cavallaro, Duchi e Lombardo di Milano e Roma, «ma è auspicabile anche l'eliminazione di una disposizione molto impegnativa che decreta la "rottamazione" del titolare o socio direttore che, per il fatto di aver raggiunto l'età pensionabile, viene valutato come non più in grado di gestire la propria impresa. Si tratta di un unicum della farmacia che non ricorre in nessun altro settore e impone al direttore di privarsi dell'esercizio e lo obbliga a un passaggio che invece andrebbe valutato caso per caso, come scelta imprenditoriale non come scelta del legislatore. In questo modo si viene spossessati della propria impresa e dal diritto di portarla avanti anche se l'età è avanzata». E aggiunge: «La norma è stata introdotta con il probabile obiettivo di favorire politiche occupazionali giovanili, è stata poi modificata diverse volte, ma andrebbe rivalutata la sua bontà, soprattutto oggi che si assiste alla tendenza opposta, cioè di prolungare l'età lavorativa». La disposizione, lo si ricorda, dovrebbe entrare in vigore dal 1° gennaio 2015 e impone di nominare un direttore sostituto al raggiungimento dei 68 anni del direttore titolare o socio della farmacia, fatto salvo il caso delle farmacie rurali sussidiate. Un'eccezione che secondo alcuni potrebbe sollevare dubbi di costituzionalità.

Simona Zazzetta