Assofarm e Farmacieunite insieme per proposta di pharmaceutical care alle regioni
Studi randomizzati controllati a partire da alcune realtà, per esempio Veneto, Lazio e Liguria, per verificare l'efficacia, in termini di riduzione di ricoveri impropri e di risparmi per le Regioni, della sperimentazione di un modello proattivo di pharmaceutical care per alcune patologie croniche, quali per esempio glaucoma e asma. È questo al centro di uno schema di proposta presentato da una delegazione di Assofarm e Farmacieunite in un incontro con Claudio Montaldo, presidente del comitato di settore Regioni-Sanità, che «si è detto interessato e disponibile a portarlo in commissione salute della conferenza delle regioni» spiega Francesco Schito, vicepresidente di Assofarm, «in modo anche da individuare le Asl in cui potrebbe essere avviata la sperimentazione. A titolo di esempio abbiamo presentato due casi in cui l'opera del farmacista può contribuire a una riduzione dei ricoveri impropri, e quindi dei costi - obiettivo per altro in linea con quelli che sono i piani sanitari regionali -, ma naturalmente si tratta di una proposta aperta, che può essere adattata alle esigenze e specificità delle realtà locali, magari tarandola su altre patologie. Gli esempi portati avanti sono riferiti a pazienti affetti da glaucoma e da asma, entrambe situazioni in cui, data anche la complicatezza, sono molti i casi di utilizzo non corretto dei farmaci o addirittura di mancato uso». L'idea è quella di «convocare i pazienti o i care givers in farmacia, magari a gruppi, per impostare una formazione, anche attraverso supporti video o altro, su un corretto utilizzo dei farmaci. E il presupposto è che i farmacisti vengano formati a loro volta dagli specialisti». «Come si vede» aggiunge Franco Gariboldi Muschietti, presidente di Farmacieunite, «si realizza anche una collaborazione con i medici. Una volta svolta la formazione in farmacia, il farmacista prende in carico il paziente per effettuare controlli sulla aderenza alla terapia del paziente, con un paio di passaggi in due mesi, e compilando una scheda per tenere traccia dei risultati». Un elemento fondamentale è la presenza di dati sui costi: «Si tratta di pazienti» continua Schito «di cui le Asl hanno già a disposizione dati sui costi per i farmaci ma anche di eventuali ricoveri. Alla base della sperimentazione, c'è l'avvio di studi randomizzati controllati, con anche quindi un gruppo di controllo, in modo da riuscire a evidenziare l'efficacia o meno dell'azione del farmacista, in termini di riduzione di ricoveri e di risparmi». Al momento «si pensa di partire in Veneto, Lazio e Liguria e la proposta prevede una collaborazione gratuita delle farmacie ma l'idea è retribuire le farmacie con i risparmi che verranno evidenziati, senza costi aggiuntivi quindi per le regioni». «Siamo molto soddisfatti del colloquio con Montaldo» conclude Gariboldi Muschietti «che dimostra come la sinergia e collaborazione tra Assofarm e Farmacieunite sembri funzionare. Abbiamo le idee chiare e tanta determinazione per portarle avanti, e cosa fondamentale abbiamo trovato un interlocutore che sembra disponibile e convinto. Le nostre farmacie sono pronte a partire: in una prima fase sarà importante dimostrare se la sperimentazione funziona veramente e genera risparmi da girare poi alle farmacie. Siamo contenti di poter partecipare a un progetto che può essere una base di ripensamento del sistema».
Francesca Giani
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