Salute benessere
08 Aprile 2025Non fumare, mantenere la pressione arteriosa sotto controllo, avere livelli di colesterolo nella norma, non sviluppare il diabete e conservare un peso corporeo adeguato: cinque condizioni che, se presenti a 50 anni, possono tradursi in molti anni di vita in più e, soprattutto, vissuti senza malattie cardiovascolari
Se a 50 anni non si fuma, la pressione è sotto controllo, i livelli di colesterolo sono nella norma, non si ha il diabete e si è normopeso si vive di più: le donne vivono in media 13,3 anni in più e gli uomini vivono 10,6 anni in più senza sviluppare malattie cardiovascolari rispetto a coetanei che non presentano queste caratteristiche. Anche la sopravvivenza generale migliora, al di là delle malattie: le donne guadagnano circa 14 anni di vita, gli uomini quasi 12. Sono i dati che emergono da uno internazionale ha analizzato i dati di oltre due milioni di persone provenienti da 133 coorti distribuite in 39 Paesi e ha fornito una fotografia precisa di come alcuni fattori di rischio incidano sulla salute.
L’obiettivo dello studio del Global Cardiovascular Risk Consortium, pubblicato sul New England Journal of Medicine, che ha visto il contributo italiano, era capire quanto la presenza - o l’assenza - di 5 fattori come ipertensione, colesterolo alto, peso non nella norma, diabete e fumo incida sull’aspettativa di vita e sul rischio di sviluppare malattie cardiovascolari.
Lo studio mostra che le persone che all’età di 50 anni non presentano nessuno di questi fattori vivono più a lungo e con una qualità di vita migliore rispetto a chi li ha tutti. Nello specifico, le donne senza fattori di rischio hanno in media oltre 13 anni di vita in più senza malattie cardiovascolari rispetto a quelle che li presentano, mentre per gli uomini il guadagno è di poco superiore ai 10 anni. Anche la sopravvivenza generale migliora: le donne guadagnano circa 14 anni di vita, gli uomini quasi 12.
I ricercatori hanno anche analizzato cosa accade quando uno o più fattori vengono modificati successivamente, ad esempio tra i 55 e i 60 anni. In questa fascia d’età, intervenire sulla pressione alta ha dimostrato di essere la strategia più efficace per prevenire eventi cardiovascolari. Smettere di fumare, invece, è risultato il fattore più influente per ridurre il rischio di morte per qualsiasi causa.
Nella popolazione studiata è stata inclusa anche la coorte Moli-sani seguita dall’I.R.C.C.S. Neuromed, che ha contribuito alla raccolta e analisi dei dati.
“Abbiamo voluto quantificare quanto il controllo dei fattori di rischio possa incidere sulla durata della vita, non solo in termini di anni totali, ma anche di anni vissuti senza malattie cardiovascolari – spiega Licia Iacoviello, dell’Università LUM di Casamassima (Bari) e responsabile dell’Unità di Epidemiologia e Prevenzione del Neuromed – I risultati mostrano che i benefici sono rilevanti, e che è possibile intervenire a ogni età: anche chi inizia più tardi a prendersi cura della propria salute può ottenere vantaggi misurabili”.
“Questo lavoro rafforza una convinzione che guida la nostra attività da molti anni – commenta Giovanni de Gaetano, presidente del Neuromed – La prevenzione non è un concetto astratto, è semplice e non richiede interventi complessi: può essere misurata, applicata su larga scala, e può portare risultati concreti per milioni di persone. Conoscere l'impatto dei singoli fattori aiuta anche a orientare le politiche sanitarie e gli interventi mirati”.
Fonte:
Published March 30, 2025DOI: 10.1056/NEJMoa2415879
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