salute orale
24 Luglio 2025Un sondaggio evidenzia che gli italiani si affidano al consiglio di dentisti, igienisti e farmacisti per la cura della bocca, mentre solo il 4% prende ispirazione da social e influencer

Quando si tratta di igiene e salute orale i cittadini si affidano ai professionisti: 78% delle persone si informa dal dentista dall’igienista, per l’acquisto dei prodotti il 40% chiede consiglio anche al farmacista. Influencer e social network non sono considerati una fonte, usata solo il 4%. Sono alcuni dei dati forniti da un sondaggio d’opinione sulla popolazione nazionale condotto da YouGov per conto di Curasept.
Dalle circa mille risposte è emerso che il 78% delle persone si informa e prende ispirazione da dentisti e igienisti dentali in tema di cura della bocca: un risultato che testimonia l’alta fiducia riposta nelle figure professionali. Soltanto il 15% dei rispondenti ne parla con amici o parenti, e solo il 4% si fa ispirare da influencer e social network.
Quando si tratta di acquista prodotti ci si affida al parere del dentista o dell’igienista, o del farmacista: il 40% per la scelta dello spazzolino e il 38% per la scelta del dentifricio.
I dati registrano alcune lacune nella conoscenza corretta della salute orale. Per esempio, la ricerca evidenzia che quasi metà degli italiani (49%) non è a conoscenza del fatto che i batteri presenti nel cavo orale possono diffondersi nel resto dell’organismo, contribuendo allo sviluppo di altre patologie. Un dato che sottolinea l’importanza di una comunicazione più incisiva ed efficace tra professionisti e pazienti.
In fatto di salute orale emergono delle paure legate alla visita dal dentista evidenziando che la scelta delle parole, il tono e l’empatia possono fare la differenza nel percorso di cura e negli stati di ansia.
Lo dimostrano le risposte raccolte sul linguaggio usato durante le sedute odontoiatriche.
Frasi semplici ma rassicuranti come “Stai andando benissimo, ancora pochi minuti e abbiamo finito” trasmettono fiducia e abbassano l’ansia: il 67% dei partecipanti le ha indicate come particolarmente tranquillizzanti. Segue il classico “Se senti dolore, alza la mano” (52%) e “È una procedura di routine” (45%). Al contrario, espressioni che minimizzano il disagio o che impongono autocontrollo risultano controproducenti: frasi come “Darà un po’ fastidio, ma resisti” o “Cerca di non muoverti, altrimenti dobbiamo rifarlo” generano ansia in più del 40% degli intervistati. Il dato suggerisce quanto il successo di una cura non dipenda solo dalla tecnica, ma anche – e forse soprattutto – dalla relazione umana, dalla capacità di ascolto e dalla sensibilità comunicativa.
Infine, il sondaggio restituisce un’interessante istantanea intergenerazionale sulla prima visita dal dentista. Se i Baby Boomer e la Silent Generation in molti casi ricordano quell’esperienza come spiacevole o tardiva (solo il 17% ci è andato prima dei 6 anni), la GenZ racconta una realtà diversa: il 41% ha fatto la prima visita in età prescolare e oltre il 50% conserva ricordi positivi. È il segno di una crescente attenzione da parte delle famiglie e di un’evoluzione complessiva del sistema di accoglienza e trattamento nel tempo. Tecnologia, approccio più empatico e cultura della prevenzione stanno cambiando il modo in cui gli italiani – sin da piccoli – vivono la salute orale. E i dati lo confermano: il futuro del sorriso passa anche dal modo in cui ce lo raccontano.
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