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20 Giugno 2025Elranatamab disponibile in regime di rimborsabilità: nuova opzione terapeutica per i pazienti con mieloma recidivato e refrattario dopo tre linee di trattamento

Con la pubblicazione della determina Aifa (GU Serie Generale n.114 del 19 maggio 2025), elranatamab, anticorpo monoclonale bispecifico umanizzato è ora disponibile e rimborsabile per i pazienti adulti con mieloma multiplo recidivato e refrattario, cioè già sottoposti ad almeno tre linee di trattamento, che presentano progressione della malattia dall’ultima terapia. La novità è stata approfondita in conferenza stampa da Pfizer che ha sviluppato il farmaco insieme ad esperti e specialisti.
Il mieloma multiplo (MM) è una neoplasia ematologica che compromette progressivamente il sistema immunitario attraverso la proliferazione incontrollata di plasmacellule nel midollo osseo. Le terapie finora disponibili – agenti immunomodulanti, inibitori del proteasoma e anticorpi anti-CD38 – hanno migliorato sensibilmente la gestione della malattia. Tuttavia, l’esaurimento di queste classi terapeutiche già nelle prime linee di trattamento ha fatto emergere una nuova criticità: il paziente “triplo-esposto”, che spesso va incontro a remissioni brevi e rapide recidive, con opzioni residue molto limitate.
In questo contesto si inserisce l’innovazione rappresentata da elranatamab, un anticorpo bispecifico capace di legare simultaneamente l’antigene BCMA, espresso sulle cellule del mieloma, e il CD3, presente sulle cellule T del sistema immunitario. Innescando una sinapsi immunologica tra cellule T e plasmacellule neoplastiche, il farmaco attiva una risposta mirata e potente, favorendo la lisi selettiva delle cellule tumorali.
“Grazie a meccanismi d’azione innovativi come quello di elranatamab, oggi possiamo osservare risposte clinicamente rilevanti anche in pazienti con mieloma multiplo triplo-refrattario, per i quali le alternative terapeutiche erano finora molto limitate – afferma Elena Zamagni, Professore associato di Ematologia, IRCCS AOU S. Orsola-Malpighi di Bologna –. I dati dello studio MagnetisMM-3 indicano un controllo della malattia in una percentuale significativa di pazienti, con la possibilità di gestione in regime ambulatoriale fin dalle prime fasi, un aspetto che può incidere positivamente sull’organizzazione dei trattamenti e sulla qualità di vita”.
Lo studio registrativo MagnetisMM-3, multicentrico e di fase 2, ha confermato l’efficacia del trattamento: con un follow-up mediano di 33,9 mesi, il tasso di risposta globale è stato del 61%, e la durata mediana della risposta non è ancora stata raggiunta. È la durata di risposta più lunga osservata finora nella classe dei bispecifici nel mieloma multiplo. Risultati significativi se confrontati con i trattamenti standard attuali, che producono risposte spesso limitate a pochi mesi.
Non meno rilevanti sono gli aspetti legati alla gestione pratica del trattamento. Elranatamab viene somministrato per via sottocutanea e prevede un regime posologico flessibile: somministrazioni settimanali all’inizio, poi bisettimanali dopo 24 settimane per i pazienti che rispondono, e mensili dalla 49ª settimana per chi mantiene la risposta. Una modalità che alleggerisce il carico di visite per i pazienti e migliora l’efficienza organizzativa dei centri ematologici.
“Oggi i bispecifici rappresentano una delle più promettenti frontiere dell’immunoterapia nel mieloma multiplo: consentono un'attivazione mirata delle cellule T contro le cellule tumorali e mostrano risultati incoraggianti anche nei pazienti con malattia refrattaria a più trattamenti – afferma il Prof. Benedetto Bruno, Direttore Ematologia Universitaria, AOU Città della Salute e della Scienza di Torino - Presidio Molinette Dipartimento di Biotecnologie Molecolari e Scienze per la Salute - Università di Torino –. Ma la vera sfida è ora rendere queste innovazioni accessibili nella pratica quotidiana, attraverso una presa in carico strutturata e compatibile con l’organizzazione dei centri ematologici italiani, anche nel modello hub & spoke”.
L’efficacia clinica e la migliorata gestibilità del trattamento si accompagnano a un impatto concreto per pazienti e clinici.
“I pazienti affetti da mieloma multiplo recidivato e refrattario dopo tripla esposizione terapeutica rappresentano una delle popolazioni clinicamente più difficili da trattare, con un alto bisogno terapeutico insoddisfatto ed un’aspettativa di vita di circa 1 anno – dichiara Maria Teresa Petrucci, Dirigente medico di Ematologia, Azienda Ospedaliero-Universitaria, Policlinico Umberto I di Roma –. In questo contesto, l’introduzione di un nuovo anticorpo bispecifico come elranatamab rappresenta un passo importante anche per il clinico, che può contare su un’opzione molto efficace e più gestibile. Ma per offrire davvero una risposta completa, è indispensabile un approccio multidisciplinare che accompagni il paziente lungo tutto il percorso”.
È proprio in quest’ottica di presa in carico globale che si inserisce il contributo delle associazioni dei pazienti. Rosalba Barbieri, Vicepresidente AIL, sottolinea: “Ricevere una diagnosi di mieloma multiplo è un evento traumatico, che travolge il paziente e la sua famiglia. In una patologia fatta di fasi, con recidive via via più invalidanti, è fondamentale prendersi cura della persona nel suo insieme. Per questo, AIL è impegnata nel rafforzare un approccio multidisciplinare che includa anche il supporto psicologico e la consulenza nutrizionale, offrendo assistenza qualificata in ogni fase del percorso di cura. Solo così possiamo restituire dignità, umanità e speranza alla cura”.
Anche l’industria farmaceutica è chiamata a un impegno concreto non solo nello sviluppo, ma anche nell’accesso. “In oncoematologia, innovare significa sì sviluppare soluzioni terapeutiche sempre più mirate, ma anche garantire che queste possano essere realmente accessibili e sostenibili per tutti i pazienti, indipendentemente dal contesto in cui vivono” afferma Barbara Capaccetti, Direttore Medico di Pfizer in Italia.
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