diabete
11 Novembre 2025Una ricerca su oltre 10mila uomini e donne con diabete, monitorati per dieci anni, ha evidenziato che il maggiore beneficio c’è tra chi assume l’aspirina basso dosaggio più di frequente

Gli adulti con diabete di tipo 2 e a rischio moderato o elevato di malattie cardiovascolari che assumevano aspirina a basso dosaggio avevano meno probabilità di andare incontro a un evento cardiovascolare grave, tra cui infarto, ictus o morte, rispetto ai coloro che non assumevano il farmaco. E un beneficio maggiore, in particolare, è stato osservato tra gli individui che assumevano l’asprina a basso dosaggio più di frequente. È la conclusione cui è arrivato un ampio studio i cui risultati sono stati presentati al meeting 2025 dell’American Hearth Association. L’evento si è svolto da7 al 10 novembre a New Orleans (USA).
I ricercatori hanno analizzato 10 anni di dati raccolti nelle cartelle cliniche elettroniche di oltre 11.500 adulti di età media pari a 61,6 anni, di cui il 53,76% uomini. I partecipanti avevano precedentemente ricevuto una diagnosi di diabete di tipo 2 e presentavano un rischio moderato o elevato di eventi cardiovascolari, determinato dal punteggio di rischio di malattia cardiovascolare aterosclerotica (ASCVD) a 10 anni.
Per verificare l’uso di aspirina a basso dosaggio, invece, i ricercatori hanno preso in considerazione con che frequenza l’aspirina era registrata tra i farmaci nelle cartelle cliniche durante il periodo di follow-up di circa otto anni. I partecipanti sono stati suddivisi tra: nessun uso, uso raro (<30% del tempo), uso occasionale (tra il 30 e il 70% del tempo) e uso frequente (>70% del tempo). Le analisi hanno confrontato l’incidenza di ictus, infarto e morte per qualsiasi causa entro 10 anni in tutti e quattro i gruppi.
Nell’arco di 10 anni di follow-up, l’88,6% dei partecipanti ha riferito di aver assunto aspirina a basso dosaggio. Queste persone avevano meno probabilità di andare incontro a infarto (42,4%) rispetto ai partecipanti che non assumevano aspirina a basso dosaggio (61,2%). Per coloro che assumevano aspirina a basso dosaggio, anche il rischio di ictus era inferiore (14,5% nel gruppo aspirina vs 24,8% nel gruppo senza aspirina), così come il rischio di morte per qualsiasi causa entro 10 anni (33% nel gruppo aspirina vs 50,7% senza).
E sebbene l’uso in generale di aspirina a basso dosaggio tra i partecipanti fosse associato a una riduzione del rischio di infarto e ictus, il beneficio maggiore era riscontrato tra coloro che assumevano aspirina a basso dosaggio più di frequente. Nelle analisi dei sottogruppi, poi, l’uso di aspirina a basso dosaggio è stato associato a un rischio ugualmente inferiore di un evento cardiovascolare indipendentemente dai livelli di emoglobina glicata (HBA1c) o di livelli di glucosio nel sangue del partecipante, sebbene questa riduzione fosse più sostanziale negli individui che avevano livelli di HBA1c più bassi, indice di un diabete meglio controllato.
Fonte:
Abstact Poster MP 1504 – American Heart Association Scientific Sessions 2025
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