Payback dispositivi medici, Tar accoglie istanze aziende e sospende pagamenti, in attesa della sentenza
L'ordinanza cautelare del Tar Lazio sospende le disposizioni ministeriali sulle quote payback per i dispositivi medici. Le aziende che hanno fatto ricorso non devono rimborsare ora le regioni
Il Tar Lazio ha accolto le istanze cautelari di alcune aziende produttrici di dispositivi medici che hanno chiesto l'annullamento delle disposizioni ministeriali sulle quote payback dovute alle rispettive Regioni. Di fatto, fino a che non ci sarà una decisione nel merito, spiega l'ordinanza cautelare del Tar, le 17 aziende che hanno fatto ricorso ai Tar non devono rimborsare le regioni. La sentenza definitiva secondo voci non confermate, potrebbe arrivare entro la fine dell'anno.
1.800 aziende dei dispositivi medici hanno presentato al TAR altrettanti ricorsi sull'attuazione del cosiddetto payback
Da segnalare che nel frattempo sono stati fatti slittare i termini di pagamento: a febbraio dal decreto 34, ed entro il 31 luglio dal "decreto legge Enti" appena approvato alle Camere. Ma intanto circa 1.800 aziende dei dispositivi medici hanno presentato al TAR altrettanti ricorsi sull'attuazione del cosiddetto payback ed entro il 31 luglio le aziende dovranno scegliere se ritirare i ricorsi e pagare con uno sconto la parte relativa al periodo 2015-2018 o andare avanti sul piano legale. Con i ricorsi, spiega una nota di Confindustria Dispositivi Medici viene contestata "l'illegittimità dei provvedimenti impugnati per l'incostituzionalità della normativa primaria di legge, la non conformità con il diritto eurounitario, la violazione di norme di legge preesistenti, oltre ai numerosi errori di calcolo delle fatture ricevute dalle regioni".
Boggetti: prima importante presa di posizione. La norma del payback è ingiusta e incostituzionale
Secondo Massimiliano Boggetti Presidente di Confindustria Dispositivi Medici "la sospensiva del TAR rappresenta una prima importante presa di posizione e va nella logica di quanto abbiamo sempre sostenuto, ovvero che la norma del payback è ingiusta e incostituzionale. Chiediamo pertanto ancora al Governo di spostare ulteriormente i termini di pagamento del payback a fine anno per poter trovare soluzioni efficaci di governance del settore che consentano di superare la norma e cancellarla. Inoltre, le istanze cautelari del TAR, a cui immaginiamo ne seguiranno delle altre, rischiano di mettere in ulteriore difficoltà le piccole imprese che non sono ricorse al Tribunale amministrativo perché non in grado di affrontare il contenzioso. È fondamentale cancellare questa norma con urgenza per salvaguardare non solo la vita di tante imprese, ma soprattutto per garantire che ai pazienti arrivino le cure necessarie possibili solo grazie all'utilizzo dei dispositivi medici".
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A cura di Francesca Giani
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