Nutrizione
24 Ottobre 2025Studi clinici e meta-analisi mostrano benefici del peperoncino su cuore, metabolismo e microbiota, ma il consumo eccessivo può irritare stomaco ed esofago

Il peperoncino è stabilmente nelle abitudini alimentari di molti italiani, il primato di consumo rimane ai calabresi, ma nel mondo sono numerosi i popoli, soprattutto dell’est asiatico e del centro America, che ne fanno un tratto distintivo della loro dieta quotidiana. Ci si chiede allora se il peperoncino, soprattutto a dosi elevate e usato regolarmente, faccia davvero bene alla salute.
Il peperoncino contiene capsaicinoidi (capsaicina in primis), vitamine C, A ed E, carotenoidi e flavonoidi. Durante la maturazione passa dal verde (più clorofilla e meno antiossidanti) al giallo (luteina, zeaxantina) fino al rosso, che è il più ricco di capsantina, β-carotene, vitamina C e capsaicina. Quest’ultimo è il principio attivo responsabile del piccante ed è un alcaloide in grado di interagire con i recettori TRPV1, coinvolti nella percezione del dolore e della temperatura.
La sua azione spiega non solo la sensazione di bruciore, ma anche alcuni effetti fisiologici di interesse clinico:
Chiaramente non si può affermare che il peperoncino prevenga il cancro. Anzi, ci sono segnali che consumi molto elevati potrebbero aumentare il rischio di tumori gastrici/esofagei nei forti consumatori asiatici, anche se i dati non sono conclusivi e confusi da altri fattori dietetici; d’altra parte, coorti prospettiche (soprattutto cinesi) hanno mostrato associazioni neutre o favorevoli nella prevenzione dei tumori del tratto GI in certi sottogruppi (non bevitori, non fumatori).
La raccomandazione è di usarlo con moderazione come parte di una dieta varia per individui senza patologie gastroduodenali; chi ha gastrite, infezione da H. pylori, reflusso severo o lesioni esofagee dovrebbe invece limitarne il consumo e consultare il medico.
Il peperoncino può essere consumato fresco, essiccato o come olio aromatizzato, e ciascuna forma presenta caratteristiche differenti. Nella versione fresca, mantiene sia la capsaicina, responsabile del piccante, sia una buona quota di vitamina C e carotenoidi. Essiccato conserva la capsaicina, ma perde parte delle vitamine più sensibili al calore. L’olio aromatizzato può essere utile come condimento, ma la concentrazione di capsaicina può variare e, se preparato in modo improprio – ad esempio con peperoncini freschi conservati in olio a casa – può favorire contaminazioni batteriche, come quelle da Clostridium botulinum.
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