Squilibrio del sistema immunitario, preparazione di un immunosoppressore
Il Micofenolato mofetile è un pro-farmaco le cui potenzialità immunosoppressive si manifestano solo dopo de-esterificazione e viene impiegato nella terapia profilattica e nel trattamento del rigetto d'organo dopo trapianto allogenico, anche in associazione con altri attivi quali ciclosporina, corticosteroidi o tacrolimus. Il farmaco sembra ritardare il processo di rigetto cronico e quindi il fallimento del trapianto. L'acido micofenolico è oggetto di studio per l'impiego nel trattamento sia di alcune malattie autoimmuni che di altre a componente infiammatoria immuno-mediata.
Utilizzo in diverse patologie
Il composto attivo è quindi l'acido micofenolico, ottenuto dal Penicillium stoloniferum: questa molecola sembra prevenire la proliferazione dei linfociti T per inibizione della sintesi delle purine; inibisce inoltre i linfociti B e la formazione di anticorpi. In particolare, si è visto inibire l'inosina monofosfato deidrogenasi (IMPDH): questo è l'enzima limitante la velocità nella sintesi de novo dei nucleotidi della guanosina. I linfociti T e B dipendono più da questo percorso rispetto ad altri tipi di cellule. Poiché l'acido micofenolico è particolarmente selettivo (5 volte più potente) per l'isoforma di tipo II dell'IMPDH, che è presente prevalentemente nei linfociti attivati, rispetto all'isoforma di tipo I che è espressa in tutti gli altri tipi cellulari, l'effetto citostatico è più potente e marcato sui linfociti rispetto alle altre cellule. Alcuni studi stanno ipotizzando un utilizzo per il trattamento della nefrite lupica e, anche se i risultati non sono ad oggi conclusivi, sembra esserci un miglior profilo di tollerabilità, a parità di riduzione di riacutizzazioni, rispetto ad altri farmaci ad oggi utilizzati. Le ricerche ne stanno ipotizzando un impiego anche in alcune glomerulonefriti primitive e nella terapia di malattie autoimmuni come la porpora trombocitopenica idiopatica , il lupus eritematoso sistemico, la sclerodermia e il pemfigo volgare (PV). Attualmente viene utilizzato come terapia a lungo termine per il mantenimento della remissione delle granulomatosi di Wegener.
Uso in ambito veterinario. Serve Rev per scorta della clinica
In ambito veterinario questo principio attivo sta trovando degli interessanti utilizzi. Il micofenolato mofetile viene infatti utilizzato con crescente frequenza in medicina veterinaria per le malattie derivanti da squilibri del sistema immunitario. Ad esempio, alcuni veterinari hanno ipotizzato in un articolo del 2018 l'utilizzo di questo farmaco anche per il trattamento dell'anemia emolitica immuno-mediata. Importante notare che gli effetti collaterali che si manifestano nell'uomo si possono presentare anche in ambito veterinario, quali: vomito, anoressia o diarrea. Altri possibili effetti avversi sono leucopenia e neutropenia, aumento di infezioni e anemia. Da ricordare che antiacidi, colestiramina e altri farmaci che interferiscono con il ricircolo enteroepatico possono ridurre l'assorbimento del micofenolato mofetile: infatti l'acido micofenolico può subire ricircolo enteroepatico e prolungare così la sua durata d'azione. In ambito umano esistono dei farmaci industriali prescrivibili con ricetta non ripetibile limitativa esclusivamente da medici con specializzazione quale internista, pediatra, immunologo, ematologo o nefrologo. In ambito veterinario, è necessaria la ricetta elettronica veterinaria (Rev) per scorta della clinica.
Preparazione galenica per dosaggio personalizzato
L'utilità della preparazione galenica per questo farmaco può concretizzarsi con la realizzazione di capsule dosaggio personalizzato (soprattutto in ambito veterinario). Ma nei casi dove ci sia difficoltà a deglutire, o in ambito pediatrico, anche la necessità di realizzare una sospensione da assumere per via orale può trovare risposta nella pratica galenica. Esempio formulativo: Materiali: mortaio, pestello, cilindro Farmaco industriale Micofenolato Mofetile in capsule da 250mg n. 20 cps Acqua depurata/preservata 6ml Sciroppo semplice qb a 50ml Svuotare il contenuto delle capsule in mortaio e aggiungere l'acqua miscelando con il pestello fino ad ottenere una pasta fluida. Incorporare quindi una porzione dello sciroppo semplice in sicuro difetto (esp. 10-15ml) e continuare a lavorare fino ad omogeneità. Portare quindi a volume con sciroppo semplice. Questa preparazione permette di somministrare per via orale questo principio attivo che, di per sé, risulta quasi insolubile in acqua fredda e molto solubile in alcool. Valutare la possibilità di aromatizzare la sospensione ed eventualmente di modificare formula e dolcificante in caso di particolari situazioni (esp. Paziente diabetico) A questa preparazione è stata attribuita una validità di fino a 120 giorni conservandola a temperatura fino a 25°. Riportare la dicitura "agitare bene prima dell'uso". Si consiglia di attuare tutte le precauzioni del caso per evitare di entrare in contatto con il principio attivo: in molte proposte formulative, il database Micromedex consiglia di maneggiare il prodotto in stanza e cappa dedicata alle sostanze citotossiche.
Fonti: Micromedex Immunopharmacology 2000 May;47(2-3):85-118. J Vet Intern Med . 2018 Jul;32(4):1325-1333. J Vet Emerg Crit Care (San Antonio) Medicamenta
TAG:IMMUNOSOPPRESSIONE, TRAPIANTI, SISTEMA IMMUNITARIO
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