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Europa

19 Febbraio 2024

Catene e grandi gruppi, in Canton Ticino farmacie indipendenti scese al 20%

In Svizzera, in Canton Ticino, si stanno riducendo le farmacie indipendenti a favore di catene e grandi gruppi, con una trasformazione del mercato per farmacisti e pazienti

di Redazione Farmacista33


Catene e grandi gruppi, in Canton Ticino farmacie indipendenti scese al 20%

Negli ultimi vent’anni, in Svizzera, il Canton Ticino ha visto una progressiva scomparsa delle farmacie a gestione familiare in favore di grandi gruppi o catene, con la conseguenza di un cambiamento nel mercato della salute: “Le farmacie indipendenti fino in fondo siano una netta minoranza. Difficilmente superano il 20% del totale”. Lo spiega Giovan Maria Zanini, che ricopre il ruolo di farmacista cantonale, al “Corriere Ticino”. Una trasformazione che ha portato non solo a un cambio di passo per i farmacisti, ma anche a una diversificazione delle abitudini dei consumatori.

Cambio di gestione: i motivi della cessione dell’attività ai grandi gruppi
Il Canton Ticino è stato tra gli ultimi cantoni a vedere il fenomeno di concentrazione delle farmacie in pochi grandi gruppi. Se fino a un paio di decenni fa il rapporto tra farmacie a gestione familiare (in cui il farmacista titolare è anche il proprietario della farmacia) e quelle controllate dalle catene era di circa cinque a uno, oggi quel rapporto si è rovesciato.
Il cambio di gestione di una farmacia può avvenire in modi diversi, ad esempio “Alle volte il vecchio proprietario lascia al gruppo campo libero, facendosi totalmente da parte”, spiega Zanini. “Ma può anche essere che il titolare, una volta ceduto il controllo, collabori ancora in svariate forme”. Attualmente moltissime farmacie in Ticino fanno parte di un gruppo o di una catena, anche se non ci sono dati esatti, aggiunge. Questo perché “può capitare che un’attività sia strutturata come società anonima. Ma ritengo che le farmacie indipendenti, dunque non legate ad alcun contratto di collaborazione, fino in fondo siano una netta minoranza. Difficilmente superano il 20% del totale” del mercato ticinese.
La cessione dell’attività a grandi gruppi può avere diverse ragioni: farmacisti ormai prossimi alla pensione, che magari avevano ereditato il lavoro di famiglia, non hanno eredi che hanno imboccato quel percorso oppure le offerte per rilevare la farmacia sono allettanti. Inoltre, l’opzione del franchising ha alcuni vantaggi: il farmacista da titolare diventa un dipendente stipendiato, godendo di autonomia sugli aspetti in ambito sanitario.

Cambiano abitudini e prezzi: nei gruppi fissati obiettivi di vendita

L’ingresso di grandi gruppi o catene di farmacie ha portato ad una modifica delle abitudini e dei prezzi anche per il consumatore; infatti, “il fatto che una farmacia appartenga a una di queste catene dovrebbe tradursi in prezzi più favorevoli”, sottolinea Zanini. “Questo perché, acquistando grossi volumi di merce, è possibile spuntare prezzi migliori ai grossisti. È la dinamica dell’economia di scala, che si potrebbe applicare anche ad altre realtà commerciali”. Un altro vantaggio è l’assenza di un conflitto di interesse, cioè “In termini generali, se il farmacista non è il titolare bensì è un semplice stipendiato, non avrà alcun interesse a vendere medicinali in più, magari non strettamente necessari”. Dall’altra parte però le catene hanno degli obiettivi commerciali “delle direttive, delle politiche di vendita. Così facendo, però, limitano le competenze professionali del farmacista o del gerente. Ma è per questo che noi, come autorità cantonale, chiediamo al farmacista responsabile di firmare una clausola contrattuale. Una clausola che obbliga la proprietà dell’attività, qualunque essa sia, a dare autonomia totale al farmacista gerente sulle questioni di carattere professionali e sanitarie”.

La clausola è per tutelare i pazienti, ma è anche vero che di casi in cui sia stato imposta la vendita di un prodotto inadeguato, non ce ne sono stati. In particolare, il farmacista non fa riferimento alla vendita di un originale al posto dell’equivalente, “ma alla vendita di farmaci che producono effetti diversi sul paziente”. Se capitasse, il farmacista avrebbe il dovere di segnalare il caso all’Ufficio del farmacista cantonale. Quindi, ribadisce Zanini, se il farmacista non condivide le direttive, “ha il dovere di non rispettarle se toccano l’ambito sanitario, segnalando il caso alle autorità se si trova di fronte a una violazione della legge”.

Per saperne di più:
Farmacie, «solo il 20% delle attività è indipendente» (cdt.ch)
Cambia il mercato, ma c'è ancora chi prova a resistere (cdt.ch)  

TAG: EUROPA, CATENE DI FARMACIE, SVIZZERA, FARMACISTI, FARMACIE

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