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Industria farmaceutica

05 Novembre 2024

Acque reflue urbane, Efpia chiede revisione Direttiva. Ostacola competitività e produzione

L'EFPIA (Federazione Europea delle Industrie e Associazioni Farmaceutiche), insieme alle aziende associate e alle associazioni nazionali iscritte alla federazione, ha espresso preoccupazione per l'impatto che la Direttiva sul Trattamento delle Acque Reflue Urbane sulla competitività dell'industria farmaceutica e la produzione di medicinali

di Cristoforo Zervos


Acque reflue urbane, Efpia chiede revisione Direttiva. Ostacola competitività e produzione

La decisione arbitraria di far pagare solo all'industria farmaceutica e cosmetica la bonifica dei microinquinanti di tutti i settori contravviene ai principi fondamentali dei Trattati dell'UE e ignora completamente l'impatto di altri settori. Lo sostiene l'EFPIA (Federazione Europea delle Industrie e Associazioni Farmaceutiche), insieme alle aziende associate e alle associazioni nazionali iscritte alla federazione, esprimendo preoccupazione per l'impatto che la Direttiva sul Trattamento delle Acque Reflue Urbane avrà sui pazienti europei e sulla competitività dell'industria farmaceutica, uno dei settori strategici chiave in Europa. 

Avviato programma Eco-Pharmaco-Stewardship

Secondo la Federazione, il settore farmaceutico si sta impegnando nella lotta contro l'inquinamento idrico, avendo già implementato un vasto programma “Eco-Pharmaco-Stewardship” che, negli ultimi 15 anni, ha ottenuto importanti risultati nel ridurre gli effetti dei farmaci sull'ambiente. EFPIA afferma che aziende farmaceutiche sono disposte a pagare la loro parte equa. 

Tuttavia, la decisione arbitraria di far pagare solo all'industria farmaceutica e cosmetica la bonifica dei microinquinanti di tutti i settori contravviene ai principi fondamentali dei Trattati dell'UE, ovvero il principio che "chi inquina paga", con proporzionalità e senza discriminazione. 

La decisione, sottolinea la federazione attraverso un comunicato stampa, ignora completamente l'impatto di altri settori, che lo stesso studio della Commissione Europea ha identificato come fonti di microinquinanti. Un approccio così sproporzionato non incentiverà lo sviluppo di prodotti più ecologici da parte di tutti i settori più inquinanti e potrebbe peggiorare il rischio di interruzioni nella fornitura di medicinali critici, soprattutto nel settore dei farmaci generici. 

Efpia: attribuzione iniqua i settori farmaceutico e cosmetico

EFPIA evidenzia che, sebbene la Commissione europea attribuisca il 92% del piombo tossico da microinquinanti ai settori farmaceutico e cosmetico, non si conosce ancora la metodologia con cui è stato determinato tale dato. Ricerche indipendenti suggeriscono una percentuale molto più bassa, intorno al 10%. Inoltre, le stime dei costi della Commissione risultano significativamente sottostimate. L'Agenzia Federale per l'Ambiente della Germania stima che i costi per il trattamento quaternario variano tra 885 e 1.025 milioni di euro all'anno, quattro volte superiori alla stima della Commissione di 238 milioni di euro. Preoccupazioni simili emergono nei Paesi Bassi, dove i costi per l'implementazione della legislazione risultano fino a sei volte superiori rispetto alle stime della Commissione. Secondo EurEau, la Federazione Europea delle Associazioni Nazionali dei Servizi Idrici, i costi annuali potrebbero variare tra 3,6 e 11,3 miliardi di euro, ovvero da tre a oltre nove volte superiori ai calcoli della Commissione. Secondo EFPIA, dato l'impegno della nuova Commissione per la coerenza delle politiche, i controlli sulla competitività della legislazione e la garanzia della fornitura sicura di medicinali critici, è necessaria una revisione urgente della Direttiva sul Trattamento delle Acque Reflue Urbane prima dell'approvazione da parte del Consiglio, per affrontare adeguatamente l'inquinamento idrico e prevenire i danni che la Direttiva causerebbe ai pazienti e alle ambizioni dell'Europa nel settore delle scienze della vita. È fondamentale trovare una soluzione proporzionata e basata su evidenze concrete. Tale soluzione dovrebbe coinvolgere tutti i settori che contribuiscono ai microinquinanti, rispettando il principio dell'UE "chi inquina paga" e contribuire a una soluzione collettiva per affrontare l'importante questione dell'inquinamento idrico.

Nathalie Moll, Direttrice Generale dell'EFPIA, ha dichiarato: "L'industria farmaceutica supporta pienamente l'obiettivo di combattere l'inquinamento idrico. Le aziende farmaceutiche stanno già adottando misure per ridurre o eliminare i processi che impattano negativamente sull'ambiente, e l'intero settore è più che pronto a pagare il proprio contributo per la mitigazione dell'inquinamento. Tuttavia, attribuire l'intera responsabilità dell'inquinamento idrico europeo a soli due settori non è né logico né giusto; ciò potrebbe spostare la ricerca verso altre parti del mondo, sottraendo innovazione e nuovi farmaci ai pazienti che vivono in Europa."

Fonte:

https://efpia-current.cmail19.com/t/i-e-fjyjdit-thiriydjid-r/

TAG: EFPIA, INQUINAMENTO DELL'ACQUA, PRODUZIONE DI FARMACI

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