Digital Medicine Week 2021: la clinica nella trasformazione digitale
Si sta svolgendo in questi giorni la prima Digital Medicine Week 2021, tra gli eventi in programma il webinar organizzato da Edra sulla trasformazione digitale nella pratica clinica
Si sta svolgendo in questi giorni la prima Digital Medicine Week 2021 (DMW2021), promossa dalla Digital Medicine Society (DiMe) per favorire la diffusione della medicina digitale a livello internazionale. Edra, realtà italiana operante nello sviluppo della conoscenza professionale con soluzioni e servizi di comunicazione, informazione, formazione, tradizionale e online, partecipa a questa iniziativa con una serie di webinar online dedicati e moderati da Ludovico Baldessin, Chief Business & Content Officer di Edra. Nel secondo webinar organizzato da Edra dal titolo "Italian real life of digital Medicine", si è parlato della concretezza clinica all'interno della trasformazione digitale, che sta pervadendo sempre più la medicina ed il sistema salute. Ha aperto i lavori Claudia De Luca, Head of Digital Transformation di Edra, che ha spiegato le opportunità che il "digital" sta offrendo al mondo della salute. "Il digitale non può più essere considerato come una opzione ma, come dimostrato soprattutto quest'anno, è l'unica strada percorribile che abbiamo per rispondere efficacemente alle nuove sfide che ci presenta il sistema salute. Le persone grazie alle nuove tecnologie digitali sono portate a sviluppare una maggiore consapevolezza nella gestione della propria salute e del proprio benessere grazie al monitoraggio dei propri stili di vita. Anche in Italia, nonostante questa trasformazione sia un po' più lenta, i dati indicano una maggiore proattività della popolazione nella gestione del proprio benessere, grazie anche alle tecnologie digitali che ci stanno dando sempre più visibilità e controllo sulle informazioni sanitarie. Non si tratta di una deriva pericolosa di autocura, ma di un paziente più partecipe con il professionista della salute. Tutto questo - ha sottolineato De Luca - fa sì che il digitale diventi un "ecosistema" a favore del paziente, mettendo a disposizione tutte le risorse disponibili sul soggetto in cura, con strumenti che si affiancano alle competenze dei professionisti sanitari e che aiutano e supportano in molti ambiti i team multidisciplinari, liberando energie e tempo prezioso per la cura del paziente".
Telemedicina nel percorso di cura
Era presente al webinar anche la dott.ssa e ricercatrice Maria Salvina Signorelli, psichiatra del Dipartimento di Medicina clinica e sperimentale dell'Università degli Studi di Catania, che ha parlato della sua collaborazione nel board scientifico per la realizzazione dell'app "Giada", sviluppata da Edra con la collaborazione di esperti. "Giada" è uno strumento digitale dedicato alle persone che soffrono di depressione e che mira ad accompagnarle nelle sfide che la malattia pone quotidianamente e nel percorso di cura grazie a informazioni mirate, ausilio nel monitoraggio e strumenti di motivazione. "Non possiamo più esentarci da inserire la telemedicina nel percorso di cura e nelle nuove modalità dell'aderenza alla cura del paziente - ha spiegato la Dottoressa. I dati clinici indicano sempre di più come la depressione sia una patologia molto rappresentata e diventerà nel tempo una delle malattie principali nel contesto della vita sociale mondiale. Dai dati purtroppo notiamo spesso che chi ne è affetto non riesce a mantenere una aderenza corretta alla cura o, peggio, abbandona a metà strada i trattamenti. Questa applicazione - ha continuato Signorelli - si inserisce proprio all'interno di questo percorso, per raccogliere dati puntuali sul soggetto giorno per giorno e per monitorare l'andamento della cura, aiutando sia il paziente sia il professionista sanitario che interagiscono fra di loro nello scambio di informazioni nel completo rispetto della privacy. Uno degli strumenti di monitoraggio utilizzati è il gamification, cioè l'utilizzo di giochi applicati per seguire e lavorare con il paziente. Come sappiamo, inoltre, la pandemia ha limitato fortemente l'accesso alle cure mentali (come a molti altri settori "non urgenti") aumentandone, al tempo stesso la richiesta e la necessità. Questo spazio è proprio quello in cui il digitale e le app sono preziose e consentono di seguire i pazienti grazie anche alla telemedicina. Sebastiano Bucello, neurologo, Azienda ospedaliera Asp 8 Siracusa ha raccontato l'esperienza di smart clinic svolta nel suo reparto durante la pandemia, anche se la digitalizzazione del centro sclerosi multipla che lui segue ha avuto avvio prima del Covid. Si tratta di una piattaforma in cloud che consente di migliorare la comunicazione tra il paziente e il centro. La sclerosi multipla, come le patologie psichiatriche, ha carattere cronico e deve essere monitorata costantemente. La smart clinic nasce non solo per il paziente ma anche per il medico e ridurrà sostanzialmente il rischio clinico di una patologia difficile. Davide Andriolo, Head of Experience Design, di Edra nello sviluppo di questi progetti ha portato l'obiettivo di usare la digitalizzazione per umanizzare le cure. Questo momento storico dà la possibilità di supportare il clinico e il paziente a mettere al centro i propri bisogni. In tutto questo il digitale può ottimizzare tutti i processi e liberare tempo per il professionista sanitario a favore del paziente grazie a dati costanti e puntuali periodici. La duttilità di questi strumenti consente una aderenza alla cura più semplice grazie alla condivisione dei dati in modo da poter svolgere l'attività clinica sia in presenza che in remoto, con un costante monitoraggio della situazione del soggetto. In conclusione, i relatori si sono soffermati sui risultati concreti portati dalla trasformazione digitale e sugli ostacoli sia per il clinico che per i pazienti. Maria Salvina Signorelli ha riportato le resistenze degli psichiatri sull'uso delle tecnologie digitali, ma si è detta convinta che la pandemia in questo senso si dimostrerà una risorsa per il cambiamento. I pazienti hanno avuto qualche difficoltà, per lo più legate all'età, con un conseguente grande successo tra i ragazzi ma nel tempo anche su fasce d'età più inoltrate. Riscontri positivi nella gestione del percorso clinico, con un ampio spazio dedicato alla possibilità di medicina narrativa che le applicazioni aprono. Sebastiano Bucello, invece, auspica di poter usare la modalità digitale come sistema di default di gestione dei pazienti, non solo in emergenza. Ha rimarcato l'importanza di un feedback chiaro per i pazienti, che possa in qualche modo sostituire efficacemente il contatto diretto con il medico in alcune circostanze. Questo è un grande supporto anche per i clinici per il poco tempo che hanno a disposizione. Tra gli spunti emersi come auspicio dai relatori è quello di sfruttare l'immensa mole di dati raccolti grazie alla medicina digitale, anonimizzandoli, come base per la ricerca.
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