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28 Aprile 2022

Biotecnologie, in Italia settore in crescita: tre quarti del fatturato dal settore Salute


Biotech italiano conta 790 imprese, 13 mila addetti, oltre 10 miliardi di fatturato, con circa tre quarti del fatturato totale prodotti dal settore della salute


Il settore delle biotecnologie in Italia risulta vivo, vitale e motore dell'innovazione nazionale: quasi 800 imprese, 13 mila addetti, oltre 10 miliardi di fatturato, con circa tre quarti del fatturato totale prodotti dal settore della salute con il 48,5% delle imprese totali del comparto. Si registra un incremento del fatturato (+ 30%) delle imprese dedicate alla R&S biotech a capitale italiano. Crescono anche gli investimenti in R&S biotech: + 15%. Nel periodo 2014 - 2021 si è evidenziata una progressiva e continua crescita del numero delle imprese dove l'ambito salute conferma la propria centralità, poi l'agricoltura (+ 34,5%) e il biotech per l'industria (+29%). A livello territoriale, leader è la Lombardia per numero di imprese (27%) e fatturato (51%). Crescono anche le regioni del Mezzogiorno e del Nord Est nelle biotech industriali. Questi, in sintesi, i risultati emersi dal rapporto annuale Assobiotec-Federchimica ed ENEA "Le imprese di biotecnologia in Italia. Facts&Figures 2022".

Imprese settore salute sono quota maggioritaria

Dopo una lieve flessione a fine 2020 il comparto è tornato a crescere nel 2021 superando con 790 aziende il livello raggiunto a fine 2019. La crescita ha interessato tutti gli ambiti di applicazione delle biotecnologie e in particolare le imprese dedicate alla ricerca e sviluppo nelle biotecnologie a controllo italiano, trainate da quelle con applicazione prevalente nelle biotecnologie industriali con un +9% di imprese fra il 2019 e il 2020. Il settore è caratterizzato da realtà di piccole e microimprese che rappresentano poco più dell'82% del totale. Le imprese attive nell'ambito della salute umana continuano a rappresentare la quota maggioritaria del numero totale di imprese biotecnologiche italiane, dove circa tre quarti del fatturato totale è prodotto dal settore della salute, di cui il 17% è dato dal settore industria ed ambiente. Il fatturato nel 2020 mostra una sostanziale tenuta, registrando rispetto al 2019 un calo del 5%, pari a meno della metà di quanto registrato dal fatturato dell'industria italiana nel suo complesso (-12%). Particolarmente significativa in tal senso è la forte e continua crescita delle imprese biotech "dedicate", aziende che investono almeno il 75% del budget nella ricerca biotecnologica, che hanno registrato un incremento del 30%. Si conferma anche la tendenza della crescita del numero di imprese attive nelle biotecnologie industriali (+29% fra il 2014 e il 2021) e soprattutto di quelle con applicazioni ad agricoltura e zootecnia (+35% nello stesso arco temporale).

Lombardia e Nord Italia polo di primaria importanza

A livello territoriale la Lombardia e le regioni del nord si confermano polo di primaria importanza per produzione e fatturato biotech. Inoltre, negli ultimi anni, si registra anche una progressiva diffusione su tutto il territorio nazionale con una crescita delle regioni del Mezzogiorno e del Nord Est particolarmente presenti nel settore delle biotecnologie industriali. Per quanto riguarda gli investimenti nella ricerca e sviluppo (R&S), le imprese del comparto "dedicate" hanno mostrato un'accelerazione nel 2020 con un incremento del 7% sul 2019. Anche per gli investimenti in R&S biotech la crescita registrata è stata maggiore rispetto a quella media del comparto, con un +15% nel 2020 rispetto al 2019. Per Elena Sgaravatti, Vicepresidente Assobiotec - Federchimica, "le biotecnologie sono state alla base di tutte le risposte alla crisi pandemica: dal sequenziamento del genoma del virus alla diagnostica molecolare, dai vaccini agli anticorpi monoclonali e agli antivirali, tutto è basato sul biotech. E oggi, alla fine dell'emergenza sanitaria ma di fronte a nuove, urgenti, drammatiche necessità: crescita economica sostenibile, diversificazione e ampliamento delle fonti energetiche ma anche capacità di approvvigionamento di materie prime per l'alimentazione umana e animale; le biotecnologie possono giocare ancora una volta un ruolo cruciale. Il Paese, con il PNRR ha una straordinaria occasione per ripartire e non può permettersi adesso di sbagliare. Scegliere di avviare riforme e investire le risorse del Next Generation EU sull'innovazione significa traghettare il Paese verso un futuro migliore e il biotech è certamente una tecnologia che, in questa prospettiva, non può essere trascurata". Gaetano Coletta, Responsabile ENEA "Offerta e Valorizzazione Servizi di Innovazione" ha dichiarato che "i nuovi dati del Rapporto non solo confermano la tenuta del settore delle biotecnologie in Italia nel 2020, l'anno più duro della crisi pandemica legata al COVID-19, ma evidenziano un ulteriore incremento degli investimenti in R&S. Questo settore si conferma, quindi, come un volano dell'innovazione nazionale, sempre più cruciale per rispondere alle nuove sfide che la nostra società si trova a fronteggiare come l'emergenza sanitaria, la sostenibilità ambientale e la dipendenza energetica. Prosegue, inoltre, la crescita delle biotecnologie per la salute umana, l'industria, l'ambiente, l'agricoltura, settori nei quali, come ENEA, mettiamo a disposizione delle imprese e delle loro associazioni competenze, tecnologie, infrastrutture e servizi avanzati".

Cristoforo Zervos

TAG: BIOTECNOLOGIA, MERCATO FARMACEUTICO, BIOTECH FARMIDUSTRIA

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